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  • Sanità, dossier della Regione: all’Asl Napoli 1 gli stipendi più alti d’Italia

    Da internet
    All’Asl Napoli 1 gli stipendi più alti d’Italia. La rivelazione è contenuta nel dossier-choc prodotto dalla struttura commissariale che ha completato in queste ore la difficile ricognizione sui costi della sanità campana. I numeri, che il Mattino pubblica in anteprima, non lasciano spazio a dubbi: le spese per il personale raggiungono cifre da record soprattutto nel capoluogo partenopeo. Era dunque fondato l’allarme lanciato dal presidente della Regione Stefano Caldoro, che nelle scorse settimane aveva definito l’Asl Napoli 1 «un vero e proprio cancro».Il salario accessorio
    È la parte che fa lievitare sensibilmente le buste paga degli oltre 10mila dipendenti dell’azienda sanitaria. Per le voci aggiuntive (incentivi, straordinari, reperibilità, progressioni orizzontali, progetti di produttività) - e quindi in parte discrezionali - nel 2009 l’Asl ha speso al netto dei contributi 145 milioni su 286 milioni di voci fisse. Il salario accessorio, insomma, rappresenta oltre il 50% dello stipendio: un caso unico in tutto il Paese.

    Cifre simili si riscontrano solo nell’ospedale Cardarelli: i 3.619 dipendenti costano 91 milioni per le spese fisse e 56 per quelle aggiuntive. Ce n’è abbastanza, secondo gli esperti, per parlare di sprechi da guinness dei primati: con quasi gli stessi dipendenti della Napoli 1, infatti, l’Asl di Salerno ha stanziato per il salario accessorio 15 milioni. Un discorso analogo riguarda le altre Asl della Campania: Napoli 2 (37 milioni), Napoli 3 (29 milioni), Caserta (41 milioni), Avellino (11) e Benevento (10).

    Le altre regioni
    Il confronto è impietoso. Per far funzionare la sanità il Piemonte conta su circa 58mila unità e spende 2,9 miliardi all’anno; la Lombardia possiede 102mila dipendenti e spende 5 miliardi; per i suoi 60mila dipendenti il Veneto stanzia 2,7 miliardi all’anno mentre l’Emilia Romagna 2,9 miliardi per 60mila operatori. E la Campania? Il costo di 52mila dipendenti è pari a 3,246 miliardi. Pur essendoci meno personale (per effetto del blocco del turn over), dunque, nella nostra regione si elargiscono super stipendi.

    Con la stessa cifra paradossalmente si potrebbe garantire l’occupazione di migliaia di unità aggiuntive. In Campania, infatti, il costo medio di un lavoratore della sanità si aggira sui 62mila euro all’anno. Molto più di tutte le altre regioni, fatta eccezione per la Sicilia e la Basilicata. Un’anomalia che, osservano i tecnici della struttura commissariale, si spiega in parte con la necessità del personale di coprire i buchi e in parte con una spesa massiccia che potrebbe e dovrebbe essere ridimensionata al più presto. Altrimenti sarà difficile azzerare il deficit che affligge il comparto.

    Il piano di rientro
    Questi preoccupanti numeri impegnano senza sosta gli uffici della Regione, lo stesso presidente-commissario Caldoro e il senatore Raffaele Calabrò, consigliere del governatore per la sanità. La sfida è interrompere il circolo vizioso che in questi anni ha consegnato alla Campania la maglia nera. Il tutto mettendo in campo misure specifiche: in primis controlli più serrati contro gli sprechi, ma anche lo sblocco graduale del turn over (magari chiedendo una parziale deroga) e la modifica dei criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale che oggi penalizza fortemente le regioni del Sud. 
     
    Fonte: IlMattino

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