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  • Lascia la Golf al parcheggiatore abusivo. Blitz dei vigili: identificato Yebda

    YebdaLa città impazzita per gli eroi del calcio azzurro ha anche brutte sfumature. Domenica sera intorno alle 22 un gruppo di ausiliari si è avvicinato ad una Golf lasciata in sosta sul Lungomare, in doppia fila e senza grattino. I vigili erano intenzionati a multarla, ma sono stati fronteggiati con durezza da un parcheggiatore abusivo. «L’auto di un boss di Secondigliano, vattene tu e i tuoi colleghi o ti spara» l’avvertimento spiccio pronunciato dall’uomo. L’auto, però, non era di nessun boss, ma del giocatore del Napoli Hassan Yebda che— insieme al compagno di squadra Edinson Cavani e ad alcuni amici — era a cena nel locale Regina Margherita in via Partenope, dopo la partita. La Golf, risultata poi di proprietà del Calcio Napoli, era stata affidata a un parcheggiatore abusivo che — intenzionato a difendere fino in fondo i suoi beniamini azzurri— non ha esitato a fronteggiare con piglio deciso gli ausiliari. I vigilini però hanno continuato a fare le multe e una contravvenzione è finita anche sul parabrezza dell’automobile di Cavani. Qui il parcheggiatore non ci ha visto più. Toccare Cavani — l’eroe indiscusso dell’ascesa del Napoli alle vette della classica — non si può. Non si fa. «Togliete i vostri verbali, altrimenti vengo fino a casa vostra a prendervi e uccido prima i vostri figli e poi vi taglio la testa» ha detto, perdendo completamente il controllo.

    Non si trattava più di difendere solo il proprio lavoro, benché illegale, ma di evitare di venire additato come l’uomo che aveva consentito che al Matador venisse fatta una contravvenzione. Agli uomini della Napolipark non è rimasto altro che fermare una pattuglia della polizia di Stato di passaggio. Alla vista degli agenti l’abusivo, che è una vecchia conoscenza degli ausiliari di Napolipark, ha preferito darsela a gambe, mentre il calciatore Yebda è stato identificato dagli agenti. Che hanno così capito che dietro le minacce non c’era il potere armato di un boss, ma solo la passione calcistica di un qualsiasi parcheggiatore abusivo. Si è scatenato un gran parapiglia e gli ausiliari — presi di mira anche da altri tifosi decisi a difendere i calciatori — hanno potuto completare il proprio lavoro solo scortati dalla volante che li ha assistiti fino a mezzanotte.
    Poi in cinque sono andati in Questura per la denuncia, trattenuti fino alle quattro del mattino. Il parcheggiatore, A. D. G., è stato rintracciato e denunciato ieri mattina dai poliziotti del commissariato San Ferdinando. Una storia, questa, che è certo la testimonianza di una salda fede calcistica, ma è anche una brutta pagina del lungo libro che racconta le cattive abitudini dei notabili napoletani, che non esitano ad affidarsi agli abusivi e a commettere illegalità piccole, ma dannosissime per la comunità. Non fanno eccezione i calciatori, cui non sarebbe costato molto fare lo sforzo di lasciare l’auto nel garage di uno degli hotel del Lungomare. E dare l’esempio non solo di un bel gioco in campo, ma anche in strada. 

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