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Cocaina a domicilio per la Napoli chic e Capri. Un ginecologo l'aveva in clinica
Procuravano e consegnavano, anche a domicilio, dosi di sostanze stupefacenti (prevalentemente cocaina) a professionisti ed imprenditori napoletani. Undici persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, sono state arrestate dai carabinieri della compagnia di Napoli-Bagnoli e dai militari della tenenza di Posillipo, con il luogotenente Tommaso Fiorentino.Clienti a Chiaia, posillipo, Capri. Nei loro confronti la magistratura ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Durante le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, i carabinieri hanno scoperto l'organizzazione, attiva nei Quartieri spagnoli di Napoli, che, sulla base di ordini telefonici di stupefacenti da parte di professionisti e imprenditori, provvedeva alla consegna a domicilio delle dosi, nei quartieri di Posillipo, Chiaia e nell'isola di Capri.
Fornitori i clan Mazzarella e Di Biase. Approfondendo le investigazioni sono stati individuati i canali di approvvigionamento e tracciati i rapporti tra i vertici del gruppo di spacciatori ed esponenti dei clan camorristici dei Mazzarella e dei Di Biase, operanti nel centro storico di Napoli. È stato così delineato il ruolo dei componenti il gruppo di spacciatori che fungeva da fulcro tra la malavita organizzata (fornitrice dello stupefacente) ed i consumatori della cosiddetta Napoli bene.
Un ginecologo cliente assiduo. Secondo quanto emerso dall'indagine tra i più assidui consumatori di cocaina c'era anche un noto ginecologo napoletano che ordinava lo stupefacente e se lo faceva portare nella clinica in cui lavora anche due o tre volte al giorno. Le ordinanze di custodia - 10 eseguite, una persona sfuggita alla cattura, altri tre indagati a piede libero - sono state emesse dal gip Luisa Toscano su richiesta del pm Michele Del Prete.
Cocaina in sala operatoria. Il medico non è indagato perchè la droga gli serviva per uso personale. Secondo quanto si è appreso, il professionista, sotto l'effetto dello stupefacente, eseguiva anche interventi chirurgici. Nelle conversazioni con gli spacciatori le dosi di cocaina erano definite 'bottiglie di vino', 'profumi' o 'borse'.
Latitante uno skipper caprese. La persona sfuggita alla cattura è uno skipper caprese che, come emerge dalle intercettazioni, consegnava la droga ai clienti all'interno di un noto ristorante dell'isola. In una telefonata, in particolare, lo skipper parla di droga da consegnare a un vicequestore della Polizia di Stato, il cui nome non si conosce. Tra gli indagati figurano due coniugi di Posillipo, imprenditori, per i quali il gip ha respinto la richiesta di arresto: avrebbero finanziato l'acquisto di una partita di stupefacenti.Fonte: IlMattino
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