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  • La stretta fiscale per le assicurazioni sarà allentata

    Rimane la tassa sulle riserve assicurative del ramo vita ma, alleggerita rispetto ai propositi iniziali, diviene a geometria variabile. Pagheranno di più le compagnie che attualmente hanno la maggiore quota di redditi esenti fiscalmente. È la modifica contenuta nel maxi emendamento alla manovra economica che oggi il governo presenterà ufficialmente al Senato. L'obiettivo dell'esecutivo è rimasto lo stesso, quello di realizzare un introito fiscale aggiuntivo di circa 230 milioni a carico del settore assicurativo. Ma è stato rimodulato l'emendamento iniziale che, fatti i conti, avrebbe avuto un impatto maggiore di quello desiderato.

    Nella bozza del maxiemendamento, ovviamente sempre soggetta a cambiamenti dell'ultimo minuto prima della presentazione ufficiale, rimane la tassazione parziale dell'incremento delle riserve del ramo vita, ma non sarà più in percentuale fissa (10%). La si è sostituita con un rapporto nel quale al numeratore vi sono i redditi d'impresa sottratti i redditi esenti mentre al denominatore c'è l'ammontare lordo dei redditi. Tanto più alto è il rapporto tanto minore sarà la quota dell'incremento delle riserve che sarà tassato. Ma attenzione. La percentuale non potrà comunque essere inferiore al 95 per cento ne superiore al 97,5 per cento (stando sempre alla bozza che ieri sera circolava). Le cifre vanno lette all'inverso. Pertanto la tassazione effettiva (da sottoporre all'aliquota dell'Ires del 27,5%) si collocherà tra il 5 ed il 2,5 per cento dell'incremento delle riserve vita. Saranno pertanto sottoposti al nuovo tributo anche coloro che, per ipotesi, non fruiscono attualmente di alcun reddito esente.

    Benchè più tenue rispetto ai propositi iniziali della maggioranza (il 10%) la nuova imposta continua a suscitare la più ferma opposizione delle compagnie. «Un'imposta basata sulla crescita - sottolinea Frédéric de Courtois, amministratore delegato di Axa-Mps – comporterebbe un doppio danno: per le compagnie, che sarebbero costrette a ripensare la strategia di crescita nel business vita; per i consumatori, che vedrebbero l'offerta ridotta proprio nelle polizze vita, che più tutelano il risparmio. Con il paradosso di far peggiorare ulteriormente in Italia la cronica sottoassicurazione, minando crescita e appeal del mercato italiano».

    La difficoltà di tarare con precisione la portata del provvedimento va messa in relazione alla vivace dinamica che sta caratterizzando in questo periodo l'andamento della raccolta del ramo vita (e conseguentemente delle riserve costituite dalle compagnie).

    Lo scorso anno la produzione di nuove polizze assicurative è stata imponente e la variazione effettiva delle riserve matematiche (41 miliardi di euro) avrebbe determinato un gettito aggiuntivo, sulla base dell'aliquota iniziale, di 1.100 milioni.

    Ora, con le le nuove percentuali, si collocherebbe tra 550 e 275 milioni. Occorre anche aggiungere che il mercato vita italiano ha iniziato l'anno a passo di carica (+ 92 per cento a gennaio, secondo i dati dell'Ania, l'associazione nazionale delle compagnie) ma nel corso dei mesi la spinta di è affievolita. A maggio l'incremento si attestava al 45 per cento e per fine anno le stime lo circoscrivono ulteriormente all'8-9 per cento. Al lordo dell'effetto tasse.

     
    http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-07-14/sara-leggera-stretta-fiscale-084014.shtml?uuid=AYLnLh7B

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