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Marchionne: nel 2011 Fiat e Chrysler produrranno oltre 4 milioni di auto
Nel 2011 Fiat e Chrysler produrranno oltre 4 milioni di vetture e veicoli commerciali leggeri e dovrebbero registrare un utile netto complessivo fra i 500 e i 700 milioni di euro, solo 300 dei quali addebitabili al Lingotto.
Lo ha confermato l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne presentando a Detroit i dati del bilancio 2010 del gigante di Auburn Hills. La Chrysler l'anno scorso ha registrato un passivo di circa 650 milioni di dollari (contro l'attivo di 222 milioni di Fiat) ma considerando che ha pagato quasi 1,3 miliardi di interessi ai governi americano e canadese per i 7 miliardi di prestiti ottenuti nel 2009 si può affermare che la Chrysler - entrata nell'orbita Fiat nel giugno 2009 su decisione del presidente Usa Barack Obama - sia ormai risanata. Il margine sui prodotti venduti ha superato quota 8%, molto di più del previsto. «Abbiamo raggiunto risultati molto superiori alle attese - ha detto Marchionne - E abbiamo mantenuto la promessa di presentare oltre 12 modelli nuovi o ristilizzati per il mercato americano entro il 2010».
In appena 18 mesi Marchionne, coadiuvato da un gruppetto di ingegneri e collaboratori italiani, ha rivoltato la Chrysler come un calzino. Sono stati chiusi una mezza dozzina di stabilimenti ma una decina sono stati ristrutturati da cima a fondo con nuove linee di produzione, nuovi modelli distribuiti su più turni di lavorazione e una ambiziosa filosofia di crescita che - come hanno scritto molti giornali Usa - ha risvegliato una società nota in America per la scarsa qualità dei suoi prodotti. Ovunque è stato adottato il nuovo sistema di produzione noto come World Manufacturing Class, ispirato a quello della giapponese Toyota, che premia la qualità del prodotto e spinge i dipendenti a migliorare i meccanismi produttivi dal basso.
Lo stesso Marchionne - cha da luglio ha riaperto le assunzioni pagando però i nuovi operai la metà rispetto agli anziani - ha riconosciuto lo sforzo dei dipendenti Usa e, in una lettera, ha annunciato che presto assegnerà loro un premio in denaro. Una notizia che sottolinea sempre di più la differenza fra l'ottimo rapporto costruito dal manager con i dipendenti americani e la situazione in Italia, dove Marchionne non è riuscito a convincere gran parte degli operai della bontà dei suoi progetti. Eppure anche ieri il capo del Lingotto ha ribadito che "l'incontro" tra Fiat e Chrysler è destinato a salvare entrambe le società e a dare prospettive più solide ai lavoratori.
Le due società assieme entrano del club dei grandi gruppi automobilistici dominato da Toyota, Gm, Volkswagen e Hyundai che fabbricano ciascuna fra i 5 e gli 8 milioni di pezzi all'anno. Comunque lo si voglia giudicare, Marchionne sta dimostrando che l'industria italiana, fra difficoltà e contraddizioni, può combattere il declino.
Fonte: IlMattino
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