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  • Sulla strada la prudenza non basta, ma non sempre è una colpa se non si prevede l'indisciplina altrui

    Molti, troppi, automobilisti guidano in maniera imprudenti, perciò «non si può pretendere» di prevedere e prevenire sempre e comunque l'indisciplina altrui. E' la Cassazione a constatare amaramente, con la sentenza 46741/09 che chi è al volante deve anche sapersi «affidare» agli altri. Fare diversamente, avverte la Suprema Corte «non solo sarebbe irrealistico, ma condurrebbe a risultati non conformi al principio di personalità della responsabilità, prescrivendo obblighi talvolta inesigibili e votando l’utente della strada al destino del colpevole per definizione o, se si vuole, del capro espiatorio».

    Il caso
    E' partendo da questo principio che i supremi giudici hanno convalidato l’assoluzione di un automobilista marchigiano che in primo grado era stato condannato per lesioni personali avendo investito una signora alla guida di un motorino che lo aveva superato a destra, tagliandogli la strada. Per i giudici del Tribunale di Ancona l’automobilista avrebbe dovuto prevedere «la manovra irregolare» della signora sul ciclomotore. Invece la Cassazione afferma che «non può esercitare un’influenza contraria il fatto che gli altrui comportamenti imprudenti siano tanto gravi quanto diffusi». In pratica, dice la Suprema Corte, l’automobilista deve comportarsi un po' come il medico che lavora in equipe: «non può isolarsi del tutto nel suo compito ma deve altresì considerare e valutare l’attività dei colleghi». Insomma bisogna far ricorso al buon senso e al «principio di affidamento». Del resto, «le esigenze della vita di relazione e di personalizzazione della responsabilità ridimensionano il pervasivo dovere di prevedere sempre e comunque le altrui condotte irregolari». L’automobilista - che era stato assolto dalla Corte d’Appello di Ancona nel 2006 - ha dunque agito «con la doverosa cautela», mentre la ciclomotorista, «al contrario, non solo sorpassava scorrettamente sulla destra la colonna ferma ma ometteva di fermarsi o rallentare in un contesto in cui tutto lasciava presagire una manovra del tipo di quella posta in essere dall’automobilista».
    Fonte:laStampa.it


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