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L’Ue pronta a riprendersi 1,7 miliardi
Un miliardo e settecento milioni di euro. E’ cifra che la Campania dovrà rendicontare entro fine anno all’Unione Europea per non perdere questa tranche di finanziamenti comunitari relativi al Quadro comunitario di sostegno 2007-2013. Per poter procedere al rendiconto ovviamente è indispensabile che la Regione appalti lavori di pari entità per il 31 dicembre 2011. In caso contrario, scatterebbe il definanziamento automatico. E quindi la perdita irrevocabile dei soldi. Si tratta di un obiettivo non impossibile ma molto arduo, per centrare il quale è necessario che la Campania sblocchi subito i primi lavori da finanziare con risorse comunitarie. Perché il tempo è breve e soprattutto perché, diversamente dal passato, non si potrà più ricorrere, in caso di difficoltà all’ultimo momento, ai tanto utilizzati progetti sponda del passato.
Per il governatore Stefano Caldoro si tratta di una scommessa importante, perché sarebbe arduo spiegare ai cittadini della Regione come mai, con un quadro economico così precario, con livelli di disoccupazione tanto elevati e una crisi congiunturale che non accenna a diminuire, non si sia riusciti a far decollare cantieri che possono offrire sviluppo, lavoro e nuove opportunità di crescita. Non è facile — spiegano i più stretti collaboratori del ministro per le Regioni e la coesione territoriale Raffaele Fitto— Nel 2010 non ci sono stati disimpegni perché gli obiettivi di spesa sono stati spostati in avanti, complice la crisi economica internazionale. Ma nel 2011 i problemi si riproporranno» . Entro fine mese sarà pronto il monitoraggio dei fondi europei nel Sud e sarà possibile avere un quadro certo dello stato degli impegni e della spesa delle risorse di Bruxelles nelle aree meridionali. Per ora si è fermi ai dati degli ultimi mesi del 2010, in base ai quali la Campania era fanalino di coda, in quanto, causa del pesante deficit sanitario, non ha potuto sforare l’anno scorso il Patto di stabilità. Per cui, su un totale di 7 miliardi stanziati dalla Commissione europea per la Campania nel periodo 2007-2013, sono stati spesi finora appena 400 milioni.Il governatore Caldoro, dopo il congelamento delle delibera di spesa dei fondi europei deciso all’indomani dell’insediamento della nuova giunta regionale, promise che sarebbe stato fatto un attento monitoraggio entro breve tempo, scegliendo quali progetti portare avanti e quali no, e successivamente si sarebbero sbloccate in tempi rapidi le risorse, a partire da gennaio 2011. Poi, nelle scorse settimane, ha ribadito che i finanziamenti assegnati per i cantieri già aperti e in funzione non sarebbero rimasti ancora sospesi. La Confindustria Campania, presieduta da Giorgio Fiore, ha più volte riproposto e continua a farlo in tutte le sedi tale richiesta: bisogna rilanciare l’economia regionale, le risorse europee non possono restare ancora bloccate col fondato rischio del definanziamento. Tutto ciò mentre i cantieri stanno chiudendo, gli operai vanno a cassa integrazione, il sistema produttivo è ormai quasi paralizzato. Già la produttività del lavoro regionale è molto bassa, come certifica autorevolmente l’Istat nel Rapporto Noi Italia’’ pubblicato ieri: circa 12 punti in meno della Lombardia, 6 del Piemonte e dell’Emilia Romagna, perfino un punto inferiore alla Sicilia. Altrimenti il Pil campano, che, secondo i recenti dati dell’Istituto di Statistica, era a fine 2009 pari a 63,7, fatta cento la media italiana, il più basso dell’intero Paese, equivalente a 12.776 euro pro capite, inferiore perfino a quello della Calabria, sprofonderà davvero in un pozzo senza fondo.
Fonte: Corriere Mezzogiorno

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