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Allarme diossina, il Ctcu consiglia le uova biologiche
Per ora risulta che nello scandalo non sono coinvolti prodotti biologici, in quanto ai mangimi usati nell’allevamento biologico non possono essere aggiunti acidi grassi isolati. Il consiglio dell’associazione ai consumatori, quindi, e’ quello di controllare con molta attenzione la marcatura delle uova: il metodo di produzione e la provenienza di un uovo possono infatti essere desunti dal timbro posizionato sull’uovo stesso. Il primo numero ci rivela il metodo di allevamento, ovvero: 0 per i prodotti biologici, 1 per l’allevamento all’aperto, 2 per l’allevamento a terra, 3 per l’allevamento in gabbia. Poi seguono lettere che indicano la provenienza, dove IT sta per Italia e DE per la Germania; segue un numero a 3 cifre che identifica il comune dell’azienda produttrice, seguono la provincia di produzione (es. BZ per Bolzano) ed il numero che identifica l’azienda produttrice.
Il Centro tutela consumatori e utenti di Bolzano interviene sullo scandalo dei mangimi alla diossina, scoppiato in Germania qualche giorno fa. L’associazione fa sapere che tutto e’ partito dagli acidi grassi, residui della produzione del cosiddetto “gasolio bio” utilizzabili soltanto per scopi “tecnici”. La societa’ tedesca “Harles und Jentzsch” con sede nello Schleswig-Holstein e produttrice di mangimi ha invece utilizzato questi acidi grassi nella produzione di mangimi animali. In totale 3000 tonnellate di questo residuo di produzione sono state vendute a produttori di mangimi misti, i quali a loro volta si presentano come “fornitori” di varie fattorie in tutte le regioni della Germania. Gia’ lo scorso 19 marzo, scrive il Ctcu, un laboratorio privato aveva rilevato un livello troppo elevato di diossina in un campione ottenuto dalla “Harles und Jentzsch”. Anche in seguito a controlli eseguiti in proprio dall’azienda stessa erano stati rilevate delle anomalie. Tali ultimi valori non erano pero’ stati trasmessi alle autorita’ competenti, ma tenuti nascosti dalla stessa societa’. “Cio’ conferma, oltre ogni dubbio, che per garantire la sicurezza alimentare serve il controllo continuo e costante da parte di organismi pubblici - commenta Walther Andreaus, direttore del Centro tutela consumatori e utenti - Controlli eseguiti in proprio dall’industria non sono adatti a garantire uno standard elevato di tutela del consumatore”.
Fonte: Ctcu

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