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  • Federalismo, sanzioni ai bilanci in rosso: via i governatori, sindaci out per 10 anni

    Il ministro Calderoli
    Sanzioni pesanti in arrivo per i sindaci, i governatori e i presidenti di Provincia che amministrano male portando l'ente da loro guidato in dissesto. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera preliminare, salvo intese, all'ottavo dei decreti attuativi del federalismo fiscale che riguarda, appunto, i premi e le sanzioni per gli enti locali, che ora passerà al vaglio della Conferenza Unificata, della commissione bicamerale per il federalismo fiscale e delle altre commissioni di merito. 
    Secondo il provvedimento per i presidenti di Regione, comprese quelle autonome, che non adempiono ai piani di rientro della sanità, sforano il patto di stabilità e per due anni aumentano oltre il limite consentito l'addizionale Irpef, il governo può chiedere al presidente della Repubblica
    la rimozione, e alla lista che li ha sostenuti viene decurtato del 30% il rimborso elettorale. Non va meglio ai sindaci e ai presidenti di provincia che, se considerati dalla Corte dei conti responsabili del dissesto del loro ente, diventano ineleggibili per 10 anni a qualsiasi livello di governo (dal Comune all'Europarlamento). Le penalità previste non sembrerebbero per altro, al momento, bilanciate dai premi per chi è invece virtuoso.
    Nella sezione del testo dedicata ai premi viene infatti previsto che anche Regioni e Province, (oltre che i Comuni come indicato in un altro dei decreti attuativi) partecipino alla lotta all'evasione fiscale e possano incassare il 50% delle maggiori entrate dovute all'emersione del nero grazie al loro contributo. Se sono virtuosi rispetto al patto di stabilità interno, inoltre, lo possono vedere allentato l'anno successivo. Ma se sforano e non compensano si vedono tagliati i trasferimenti, bloccato il turn over e ridotti del 30% i gettoni di presenza.
    Gli enti locali insorgono contro un provvedimento che, dice il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, è frutto dell'ennesimo «atto unilaterale da parte del governo». Si tratta per il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino di «una ulteriore dimostrazione di un federalismo proclamato che si trasforma in un centralismo praticato». Va all'attacco anche il Partito democratico che parla di una «buffonata incostituzionale» (Davide Zoggia, responsabile Enti locali del partito di Bersani) o ancora di un «pasticcio elettorale» con Francesco Boccia.

    Fonte: http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=128868&sez=ITALIA

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