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  • Campania, scadono contratti di 400 medici. I pronto soccorso sono a rischio paralisi

    Il 90% dei quattrocento medici precari che rischiano di cessare definitivamente la propria attività la notte di San Silvestro, per scadenza del contratto a termine, presta servizio presso i pronto soccorso e i reparti di urgenza degli ospedali cittadini. Vale a dire che se questi camici bianchi altamente specializzati (hanno tutti anzianità che vanno dai cinque anni in su) andranno via l’assistenza nei reparti d’urgenza rischierà il collasso. 

    E l’utenza che arriva al pronto soccorso rischierà la vita. La denuncia arriva dall’Anaao-Assomed, uno dei sindacati più rappresentativi dei medici ospedalieri, i cui leader - Bruno Zuccarelli e Franco Verde - ieri mattina, hanno tenuto una conferenza stampa durante la quale hanno anche denunciato, con vigore, i «privilegi di cui godono i policlinici ospedalieri» dove, a loro dire, vengono riconosciute 227 posizioni di valore apicale a fronte di una presenza di circa 800 professori e ricercatori al primo grado di carriera». 



    Numeri che, secondo l’Anaao stanno a indicare che a ogni prof corrispondono solo tre malati. «Il 31 dicembre - dichiara Bruno Zuccarelli - scadranno i contratti dei 400 dirigenti medici precari. Questo comporterà la totale paralisi del sistema sanitario regionale della Campania, dal momento che la maggior parte di questi colleghi lavora in punti nevralgici dell’emergenza. Ciò significa che in ospedali come Cardarelli e Santobono, vi sarà paralisi della assistenza nei pronto soccorso, perché se con i colleghi precari il turno era garantito e la risposta alla domanda di salute degli utenti era soddisfatta in tempi relativamente brevi, con il mancare dei colleghi, le guardie nei pronto soccorso verranno dimezzate, ed in alcuni casi sarà impossibile assicurarle».



    Al Cardarelli, come detto, il 90% dei medici precari lavora nel padiglione dell’emergenza, garantendone il corretto funzionamento. Il mancato rinnovo di questi colleghi determinerà il blocco del pronto soccorso, del filtro di rianimazione, delle sale operatorie e di tutti quei servizi legati alla gestione dell’urgenza. Uno scenario che si replicherà in quasi tutte le strutture sanitarie pubbliche della Campania. «A farne le spese - dichiara Franco Verde - saranno gli utenti che non potranno ricevere le cure adeguate in tempi idonei per la gravità delle loro patologie, riportando in alcuni casi gravi danni per la salute. Un infarto se non diagnosticato nell’immediatezza può portare alla morte». 



    Non saranno soltanto i reparti d’emergenza ad essere penalizzati dal mancato rinnovo dei contratti ai precari. La domanda di salute non verrà soddisfatta anche nei reparti di elezione ove operano la restante quota di precari, per cui pazienti oncoematologici, non potranno effettuare in tempo le chemioterapia, con un evidente danno a carico della loro possibilità di guarigione. Paralisi e collasso, quindi, del sistema sanitario con danni gravissimi alla salute dei cittadini e dei medici strutturati che dovranno sottoporsi a turni massacranti, con danni gravi alla loro salute, ed aumento esponenziale di possibilità di errori dovuti alla stanchezza e all’immensa mole di lavoro. 



    Questo significa rischio grave per la salute dei pazienti e per quella dei medici. «Non bastasse, il piano della giunta chiama i medici ospedalieri a ulteriori sacrifici in termini di carriera e mancata valorizzazione economica di un’attività che continua a rappresentare la spina dorsale dell’intero sistema. Chiediamo pertanto al governatore Caldoro la proroga dei contratti in modo da poter prevedere forme di stabilizzazione per questi colleghi». 



    Nel corso della conferenza, Bruno Zuccarelli ha anche reso noto che è stato notificato ricorso al Tar contro il decreto 57 del 30 settembre che prevede il taglio dei fondi contrattuali con ripercussioni estremamente negative per le tasche di tutti i dipendenti del Servizio sanitario regionale. «In questo modo il medico campano paga due volte: paga le tasse più alte d’Italia a seguito del deficit della Regione Campania e guadagna di meno con la decurtazione dei fondi». 

    Fonte: http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=131196&sez=NAPOLI

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