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  • Bpm preferisce patteggiare con l'Agenzia delle Entrate una cifra vicina ai 200 milioni

    La Banca Popolare di Milano patteggia con l'agenzia delle Entrate e decide di sanare in via stragiudiziale il contenzioso relativo a operazioni strutturate, giudicate di elusione fiscale. La decisione è stata presa ieri dal cda della Bpm che ha dato mandato al presidente Massimo Ponzellini di perfezionare la trattativa con l'Agenzia. L'importo del "patteggiamento" non è stato reso noto, ma nel corso della presentazione dei risultati del terzo trimestre la banca aveva detto agli analisti che la cifra era nell'intorno dei 200-220 milioni.

    Le verifiche fiscali, relative al periodo 2004-2008, hanno determinato – si legge in una nota della banca – «in 313 milioni di euro l'ammontare complessivo delle maggiori imposte richieste», oltre a sanzioni e interessi. «Valutati i rischi connessi alla particolare complessità e incertezza di un eventuale contenzioso, anche alla luce dell'attuale orientamento giurisprudenziale in materia di "abuso di diritto" – spiega la Bpm – il consiglio di amministrazione, pur nel convincimento del corretto operato della banca, ha deliberato di perseguire la possibile definizione stragiudiziale delle contestazioni, ove ciò avvenga con una consistente riduzione delle pretese erariali».
    Le contestazioni del Fisco si riferivano a una serie di operazioni di arbitraggi e triangolazioni con controparti estere (prestito titoli, dividend washing), effettuate anche da altre grandi banche italiane: tra queste, UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Credem. Complessivamente, le cifre contestate dal Fisco ammonterebbero a 3 miliardi.
    Bpm è la prima banca a scegliere la linea del patteggiamento, mentre tutte le altre stanno valutando l'ipotesi di portare il contenzioso in Tribunale. Unica a essere già andata in giudizio è il Credem, che proprio ieri ha visto bocciato il suo ricorso dalla commissione tributaria (si veda l'altro articolo in pagina). La decisione della Bpm fa seguito alla notifica, lo scorso 16 luglio, del processo verbale di constatazione da parte dell'Agenzia delle Entrate. L'atto era la conseguenza di verifiche fiscali che avevano interessato operazioni poste in essere dal gruppo negli anni 2004-2007, cui poi si è aggiunta anche una successiva verifica sul 2008.
    La transazione da circa 200-220 milioni con il Fisco sarà contabilizzata per intero nel bilancio 2010 della Bpm e si incrocerà con un'altra posta straordinaria, la plusvalenza da oltre 200 milioni derivante dall'operazione di aggregazione di Anima Sgr con Prima Sgr (Mps e Clessidra), che sarà contabilizzata nel quarto trimestre. Nei primi nove mesi del 2010, l'utile netto della Banca Popolare di Milano era stato di 108 milioni.

    Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-11-30/preferisce-patteggiare-lagenzia-entrate-205520.shtml?uuid=AYoEM5nC

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