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Le scorciatoie del fisco: tutti evasori fino a prova contraria
Tocca all'accusatore provare l'accusa. Regola generale di diritto che vale anche per il fisco quando insegue il gettito nascosto. O dovrebbe valere. Gli interventi legislativi, nuovi e risalenti, e diverse interpretazioni recenti della giurisprudenza rischiano invece di far pendere l'ago della bilancia tutto dalla parte degli uffici, rovesciando il principio.Dagli studi di settore ai parametri, dalle società di comodo alle esterovestizioni, le maglie dell'eccezione sono state progressivamente allargate e la presunzione legale sembra diventata la regola: l'amministrazione finanziaria punta sì il dito su un reddito fuori linea, ma è l'accusato a dover dimostrare la propria innocenza fiscale. Il contribuente, dunque, si presume evasore.
È vero che l'imponibile complessivo "dimenticato" fuori dalle dichiarazioni fiscali raggiunge circa 270 miliardi l'anno e che la lotta all'evasione dovrebbe rispondere a un imperativo etico prima che di cassa. Ma per far quadrare i conti di uno stato di diritto si deve passare per quello stesso diritto. Non per la caccia alle streghe. E il cambio di rotta dell'agenzia delle Entrate, con una maggiore apertura verso il contribuente, va in questo senso. Allora anche il legislatore e chi lo interpreta devono essere conseguenti.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-11-15/scorciatoie-fisco-tutti-evasori-095304.shtml?uuid=AY7PiqjC


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