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  • Estorsioni: racket da 950 milioni

    Il costo medio annuo sopportato dal sistema produttivo napoletano e casertano considerando le estorsioni subite dagli imprenditori è di circa 950 milioni di euro. Ogni anno, in questo modo, si sottrae alla ricchezza prodotta quasi il 2%. Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca («I costi dell’illegalità. Camorra ed estorsioni in Campania», realizzata dalla Fondazione Rocco Chinnici con il contributo della Compagnia di San Paolo), presentata venerdì 29 ottobre a Napoli. La ricerca, visti la mole dei dati e l’impegno sul territorio — lo studio è stato avviato nel giugno del 2009 — è finita in un libro «I costi dell’illegalità» (per i tipi del Mulino) a cura di Giacomo di Gennaro e Antonio La Spina.

    LO STUDIO - Obiettivo del progetto di ricerca socio-economica è stato quello di fornire un’analisi statistico-economica sull’impatto che il racket delle estorsioni ha sulle imprese di Napoli e Caserta, attraverso la realizzazione di un database originale costruito sulle osservazioni provenienti da evidenze giudiziarie e investigative fornite dalle procure. L’indagine è stata condotta da un team multi-disciplinare che ha visto impegnati 11 ricercatori, sociologi, economisti e giuristi, coordinati dai docenti Giacomo Di Gennaro (Università Federico II di Napoli) e Antonio La Spina (Università di Palermo), dall’avvocato Giovanni Chinnici e dai magistrati Antonio Balsamo e Franco Roberti. Il campione preso in considerazione è composto da 785 casi di racket registrati nelle province di Napoli e Caserta emersi dalla consultazione di oltre 1.200 atti giudiziari tra ordinanze e sentenze. Le osservazioni coprono l’intervallo temporale tra il 1990 e il 2009, con una maggiore frequenza delle osservazioni compresa tra il 2001 e il 2003 e anche un picco di recenti osservazioni nel 2009. Parallelamente sono state eseguite interviste strutturate a 45 magistrati, 20 testimoni privilegiati (operatori delle forze dell’ordine), 30 vittime di estorsioni aderenti alle associazioni antiracket.
    LE INTERCETTAZIONI - Inoltre 2.248 intercettazioni telefoniche e ambientali sono state analizzate in modo assolutamente innovativo, mediante un software informatico, allo scopo di individuare e approfondire temi e relazioni tra significati lessicali che rimandano a determinate azioni, gestione di ruoli, appartenenze a clan, riferimenti territoriali, trasmissione di ordini. Tra i settori economici presi in considerazione quelli del commercio al dettaglio e delle costruzioni presentano una maggiore frequenza, seguiti dal settore degli alberghi e ristoranti e del commercio all’ingrosso. A esclusione del settore delle costruzioni, dove le imprese sono soggette a un prelievo estorsivo che dipende dall’opera realizzata, sia essa privata che pubblica, e non a un’imposizione periodica o, in senso stretto, una tantum, i casi presi in considerazione presentano una quantificazione monetaria dell’evento estorsivo di tre tipi: estorsioni sotto forma di imposizione periodica, estorsioni una tantum, estorsioni che presentano sia un’imposizione periodica sia un prelievo una tantum. Le imposizioni periodiche si collocano tra i circa 25, 50 euro mensili di diversi ambulanti e piccoli alimentari del napoletano e i circa 30mila euro mensili di una grande società di smaltimento rifiuti nel casertano, mentre per le soluzioni una tantum si passa dai 50 euro di un piccolo autolavaggio fino ad arrivare agli oltre 230mila di una grossa impresa commerciale nel settore della pesca del napoletano. Il prelievo medio mensile per l’intero campione risulta pari a 1.208 euro. Tuttavia una stima che dipende meno dal peso delle code della distribuzione campionaria mostra un prelievo medio di 794 euro al mese.
    RIFIUTI, I PIU' TAGLIEGGIATI - Su base provinciale il prelievo estorsivo medio su tutte le attività di cui si hanno evidenze estorsive, a esclusione del settore delle costruzioni, risulta pari a 681 euro per Napoli e 3.895 per Caserta. Il dato casertano risulta tuttavia dilatato per la presenza di diverse evidenze estorsive nell’ambito dell’attività di smaltimento dei rifiuti, che comportano un’entrata cospicua per le casse della camorra. Il settore merceologico più vessato in assoluto è quello dello smaltimento dei rifiuti solidi e delle acque di scarico. Tra gli altri settori merceologici per i quali è stato possibile offrire una stima c’è il settore delle costruzioni: le cifre offrono un valore alquanto considerevole del prelievo estorsivo nelle due province che si attesta all’interno di un intervallo tra i circa 160 e i 270 milioni di euro annui a fronte di un investimento complessivo nelle costruzioni di circa 6 miliardi di euro. Considerando il livello intermedio di stima si ottiene un costo complessivo per tutto il sistema produttivo napoletano e casertano di circa 950 milioni di euro annui, con un intervallo che varia dai circa 780 milioni a 1.120 milioni di euro.
    DIECIMILA EURO L'ANNO - Le stime dell’estorsione media per impresa estorta e dell’estorsione sul valore aggiunto prodotto per provincia evidenziano il maggiore peso del fenomeno nel casertano rispetto al napoletano. Si tratta infatti di circa 10mila euro l’anno per le imprese casertane e di oltre 8mila euro l’anno per quelle napoletane. Le percentuali del prelievo estorsivo sul valore aggiunto prodotto nelle due province analizzate rivelano come il peso del racket sulle attività economiche non sia affatto irrilevante: infatti una quota media pari all’1,65% della ricchezza prodotta viene catturata dai clan camorristici sottoforma di sola estorsione monetaria, arrivando a quasi il 2% nella provincia di Caserta.
    Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/economia/2010/1-novembre-2010/estorsioni-racket-950-milioni-1804071179570.shtml

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