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Crisci (Cisl): «207 mila disoccupati, crisi grave ma è ignorata da tutti »
Una crisi conclamata e ignorata, questa la situazione in provincia di Caserta secondo il segretario provinciale della Cisl, Carmine Crisci. Che, nel corso del convegno Terra di Lavoro: quali prospettive da una nuova sinergia fra Università e impresa", organizzato dall’associazione Risorse e futuro, ha illustrato, dati alla mano, l’entità della crisi casertana. Su 907 mila abitanti in provincia di Caserta— la rilevazione è del marzo di quest’anno— 180 mila sono pensionati; 207 mila disoccupati (105 mila donne e 102 mila uomini); 48 mila vivono in situazione di precarietà (cassa integrazione, mobilità, lavoro sommerso). Neanche i giovani, laureati o diplomati, se la passano meglio. «Nell’anno accademico 2008-09, i laureati della Sun, sono stati circa 5.000. Di questi— sottolinea Crisci— solo 680 hanno trovato lavoro nella nostra provincia. Il 38 per cento con un’occupazione inerente alla laurea conseguita, il 62, invece, ha dovuto accontentarsi di un lavoro che non ha attinenza con la propria formazione universitaria».
Poi, c’è la piaga dell’emigrazione intellettuale. «Nel 2009, la percentuale dei giovani laureati o diplomati che hanno lasciato Caserta è salita al 37 per cento, a fronte del 12 per cento registrato negli anni precedenti». Cifre e dati che disegnano una realtà per niente rassicurante. «E il 2010 sarà, se possibile, anche peggio», avverte Crisci. «Non ci sono segni di cambiamento né di ripresa». Allora che fare? «I rimedi ci sono, ma la premessa indispensabile è quella di fare autocritica e di guardare con obiettività alla nostra terra e alle sue vocazioni troppo a lungo tradite. Quindi è necessario effettuare un accurato screening del territorio, una valutazione delle sue peculiarità, prima di impostare nuove politiche di sviluppo». «Bisogna puntare— aggiunge Crisci— sulle tante possibilità turistiche, sulle emergenze storico-architettoniche, sulle produzioni agricole, con le relative industrie agro-alimentari, senza dimenticare l’artigianato». È questo, secondo Crisci, il nuovo. In fondo, un ritorno al passato sulle macerie del settore industriale. E non c’è da perdere tempo. «Il 2012 si avvicina e non potremo più contare neppure sui fondi europei». Da qui la proposta di attivare un protocollo d’intesa fra imprese, associazioni e università, mentre per il 22 novembre la Cisl ha chiamato a raccolta tutti i deputati casertani, i rappresentanti della Provincia e della Regione «per trovare soluzioni condivise e assumere impegni precisi, ognuno nel proprio ruolo e responsabilità».


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