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Chance mediazione per le aziende
Aprono a marzo i battenti della mediazione obbligatoria. Ed è una buona notizia non solo per i privati cittadini e per i tribunali, che in caso di successo potranno assistere alla riduzione dei propri carichi di lavoro, ma anche per il mondo delle attività produttive. Perché in quattro mesi – tanto deve durare al massimo la procedura – potranno tentare di risolvere in via amichevole (o quasi) buona parte del contenzioso civile che le coinvolge.Dalle controversie in materia di contratti assicurativi, bancari e finanziari, fino alle liti in materia di affitto d'azienda. In tutti questi casi, infatti, diventa obbligatorio fare tappa in uno degli organismi di conciliazione distribuiti sul territorio prima del l'eventuale ricorso al giudice ordinario.
Per tutte queste materie, e anche per le altre che coinvolgono in prima battuta soprattutto i privati cittadini e che sono comunque di grande impatto (si pensi alle liti di condominio o alle cause sul risarcimento danni in seguito a incidenti stradali), la mediazione diventa «condizione di procedibilità». Il soggetto interessato, in sostanza, non può citare direttamente in giudizio la controparte, ma deve prima attendere l'esito di questa nuova procedura-filtro: se è positivo, chiude definitivamente una vertenza che altrimenti durerebbe anni.È vero che quasi tutti i precedenti tentativi di introdurre meccanismi per la composizione amichevole delle cause non sono mai decollati veramente e sono stati poco utilizzati dagli operatori. Non solo e non sempre per ragioni legate a un funzionamento farraginoso. Spesso chi imbocca la via del tribunale ha motivi strumentali e vuole spingere la controparte a una futura transazione: pur di sottrarsi alle lungaggini della giustizia civile il potenziale vincitore della lite accetterà anche di rinunciare a parte delle proprie ragioni. Il caso classico è quello del debitore, a favore del quale giocano i tempi biblici dei tribunali che allontanano a dismisura il momento di saldare il conto.Oggi, invece, il ricorso alla mediazione è reso obbligatorio in alcune materie (indicate nel grafico a lato) e proprio per questo ha qualche chance in più di efficacia. Sotto due punti di vista, se si guarda al meccanismo dietro la lente delle imprese. Un vantaggio diretto è costituito dalla celerità con la quale si può raggiungere l'accordo, celerità che si riflette immediatamente sui conti. Un vantaggio indiretto sta invece nel fatto che tanti più successi la mediazione riesce a raccogliere, tante meno cause finiscono nell'ingranaggio della macchina giudiziaria. E quella dell'eccessiva durata dei procedimenti civili – che dipende proprio dalle dimensioni dell'arretrato – è una delle variabili che da troppo tempo tiene lontani gli investitori stranieri dai nostri confini.Quanto alle materie per cui la mediazione è diventata obbligatoria, la scelta fatta tiene conto di un elemento preciso: tanto più sarà utilizzata nelle controversie che insorgono nei legami di lunga durata, nei quali è più forte la volontà di mantenere saldi i rapporti, tanto più avrà successo. È il caso, ad esempio, dell'affitto di azienda che lega due soggetti per un consistente numero di anni.Non si può certo escludere che in futuro si allarghi il ventaglio delle materie per cui la mediazione dovrà essere un passaggio obbligato. Ma già così è evidente un effetto importante del nuovo istituto che gioca a favore soprattutto delle attività produttive di piccole dimensioni. Oggi il numero di controversie in materia di contratti – assicurativi, bancari e finanziari – è senza dubbio molto rilevante. Ma spesso si tratta di un contenzioso che non viene azionato in giudizio perché l'impresa di piccole dimensioni – come del resto il cittadino – si sente impotente di fronte a un grande istituto bancario e rinuncia a far valere i propri diritti ancor prima di cominciare. Con l'avvio della mediazione, invece – grazie anche a costi e tempi ridotti – potrebbe trovare risposta anche questa esigenza di giustizia rimasta finora sommersa.
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