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Asl, fitti d’oro pagati anche alla Chiesa
La Regione Campania spende ogni anno attraverso la sola l’Asl di Caserta oltre 3 milioni (per la precisione 3.362.516) per la locazione di immobili destinati ad ambulatori o uffici sanitari e amministrativi. Una cifra impressionante, visto che è riferita a una sola provincia. E che lascia immaginare il fiume di denaro pubblico speso per lo stesso scopo nell’intera regione. L’indagine è stata condotta per iniziativa del presidente Consiglio della Regione Campania Paolo Romano. È stato proprio il numero uno dell’assemblea del Centro direzionale a chiedere i conti ai funzionari delle Asl.
Il risultato è stato un prospetto che, oltre alla descrizione dell’immobile locato e dei servizi allocati, contiene anche la data di stipula del contratto, l’indicazione del canone annuo di locazione e i metri quadrati. È la cifra annuale che spende la Regione Campania per il fitto delle Asl casertane Spese eccessive Per gli affitti delle sedi Asl in Campania si spendono milioni Ebbene, secondo i dati forniti, la maggiore concentrazione delle spese di locazione si registra proprio nella città capoluogo, dove vengono pagati canoni per circa 1,5 milioni di euro. La voce che incide maggiormente riguarda il fitto dell’edificio C2 dell’area ex Saint Gobain in via Lamberti (nella zona industriale), destinato ad ospitare il cosiddetto palazzo della salute. Il contratto è in fase di sottoscrizione e prevede un corrispettivo di 1.097.203 euro all’anno. Ancora più pesante, se rapportata al numero di abitanti l’incidenza dei fitti nella città di Capua. Per quattro diversi immobili che ospitano uffici, ambulatori e il Saut l’Asl versa a privati poco meno di 400mila euro all’anno. La maggior parte delle strutture occupate da uffici sanitari appartengono a privati. Alcune, tuttavia, anche a enti ecclesiastici. Molti altri immobili sono concessi, invece, in comodato d’uso da parte di altri enti pubblici. E, dunque, non gravano sulle finanze della Asl. Romano ha deciso avviare il monitoraggio delle spese proprio dalla sua provincia d’origine. Ma ha anche specificato che le richieste l’acquisizioni di dati completi riguardanti le altre Asl sono già partiti. E che i risultati dovrebbero essere disponibili entro « una quindicina di giorni».Intanto sulla base dei dati già disponibili si può operare una proiezione che tenga conto del numero degli abitanti. Terra di Lavoro ne conta poco più di 900mila, pressappoco un sesto di quelli dell’intera Campania. Moltiplicando per sei anche le spese per la locazione di immobili si arriverebbe, euro più euro meno, alla somma complessiva di 20 milioni. «In ogni caso — commenta Romano — si tratta di cifre importanti che gravano pesantemente sul bilancio delle Asl». L’intenzione è di ridurre drasticamente i costi. «Per prima cosa— evidenzia il presidente del Consiglio — si potranno utilizzare in sostituzione di alcuni immobili attualmente presi in locazione i locali dei presidi ospedalieri dismessi sulla base al nuovo piano ospedaliero presentato dalla giunta. In provincia di Caserta, per esempio, si potrebbero "riciclare" le strutture di Teano, Capua e San Felice a Cancello». Ma ci sarebbero anche altre soluzioni. I canoni di locazione potrebbero essere trasformati in rate di mutuo per l’acquisto degli immobili. Tuttavia, c’è da considerare che non tutte le strutture sono in vendita. E soprattutto che molti dei contratti sottoscritti hanno una scadenza non proprio prossima. Difficile credere che i locatori rinuncino alla notevole rendita garantita nero su bianco. Anche perché bisogna considerare natura e caratteristiche degli immobili. La maggior parte di questi sono costituiti da grandi unità, spesso superiori al mille metri quadrati di superficie. I proprietari non avrebbero molte alternative. Difficilmente potrebbero destinarli ad attività diverse. Gli immobili in questione si trovano a Caserta, Arienzo, Maddaloni, Casagiove, Teano, Caiazzo, Macerata Campana, Aversa, Gricignano d’Aversa, Frignano, Lusciano, Tretola-Ducenta, San Marcellino, Villa di Briano, Casal di Principe, Villa Literno, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, Santa Maria Capua Vetere, Capua, Bellona, Vitulazio, Pignataro Maggiore, Sparanise, Cancello e Arnone, Castelvolturno, Grazzanise, Sessa Aurunca, Cellole, San Nicola la Strada.
Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/salute/2010/17-novembre-2010/asl-fitti-d-oro-pagati-anche-chiesa--1804188405965.shtml

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