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Sicurezza pubblica: la Corte Costituzionale interviene sulle ronde
Limite alle ronde: la Corte Costituzionale si è pronunciata sui giudizi di legittimità costituzionale promossi dalle Regioni Toscana, Emilia-Romagna e Umbria, nei confronti della disposizione introduttiva delle cosiddette “ronde” di cittadini, contenuta nella legge in materia di sicurezza pubblica n. 94/2009.
Con la sentenza 226/2010, i giudici hanno bocciato, in parte, la normativa sulle c.d. ronde prevista dal pacchetto sicurezza del 2009, dando il via all’impiego di cittadini (non armati) al fine di segnalare eventi che possano arrecare danni alla sicurezza urbana, dichiarando, altresì, illegittimo l’impiego delle ronde nelle situazioni di disagio sociale.
In pratica via libera alle ronde solamente sul fronte della sicurezza urbana ma non per un loro intervento in situazioni di disagio sociale.
La Consulta ha, quindi, bocciato (seppur in parte) uno dei capisaldi del pacchetto sicurezza, ossia la possibilità che i sindaci si avvalgano di cittadini non armati per segnalare alle forze dell'ordine situazioni critiche.
I sindaci possono avvalersi dell’aiuto dei volontari per un'attività di mera osservazione e segnalazione che qualsiasi cittadino potrebbe svolgere attraverso la denuncia di reati perseguibili d'ufficio; ma quello che le ronde non possono fare è occuparsi di disagio sociale.
Secondo la Corte, si tratta infatti di interventi di politica sociale riconducibili alla materia dei servizi sociali ritenuta di competenza legislativa regionale residuale.
L’obiettivo di monitorare e porre rimedio al disagio sociale non può, quindi, rientrare tra le funzioni delle ronde.
http://www.avvocatoandreani.it/notizie-giuridiche/visualizza.asp?t=sicurezza-pubblica-la-corte-costituzionale-interviene-sulle-ronde&rn=f72de461b324c577a05a0d4bf825f083
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