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Va licenziato chi viola le norme di sicurezza esponendo il datore al rischio di un risarcimento
Scatta il licenziamento disciplinare per il lavoratore che ha violato le norme di sicurezza mettendo il datore a rischio-responsabilità verso i terzi. E la sanzione espulsiva può essere fondata sulla testimonianza di altri dipendenti dellazienda, a patto che il giudice del merito ne motivi lattendibilità in modo congruo. È quanto emerge dalla sentenza 7345/10, emessa dalla sezione lavoro della Cassazione.
Il caso
E' giusto il recesso del datore nei confronti del conducente di un mezzo che consegnava benzina ai distributori: lautista compie uno scarico abusivo presso un punto vendita non previsto dal programma e poi, temendo gli ispettori aziendali, scappa con il portellone dellautobotte ancora aperto (perdendo lammortizzatore). Spetta al giudice del merito valutare la proporzionalità fra sanzione e condotta ed è convincente la motivazione che rileva due gravi violazioni degli obblighi essenziali del rapporto di lavoro: la fuga pericolosa in spregio alle norme di sicurezza e leventualità di un riverbero di responsabilità sullazienda sono circostanze che ledono il rapporto di fiducia con il datore. È inutile per il licenziato eccepire che i fatti sarebbero stati ricostruiti in base alle dichiarazioni di testimoni «di parte» come gli ispettori aziendali, mentre risulterebbe trascurata la versione fornita da altri. Lapprezzamento sulla credibilità dei testi compete al giudice del merito, che può fondare la decisione su una fonte di prova, escludendone altre, a patto di indicare bene le ragioni del suo convincimento e senza dover confutare ogni deduzione difensiva.
Fonte: lastampa.it
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