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  • Ampliamento immobile preesistente, non basta la Dia se la zona è sottoposta a vincolo

    Non è sufficiente una denuncia di inizio attività (Dia) per mettere al riparo il proprietario da eventuali conseguenze penali, se i lavori di ampliamento riguardano un immobile preesistente situato in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Per evitare condanne, infatti, è necessaria l’autorizzazione mediante il rilascio del permesso di costruire ai sensi dell’articolo 10 del Dpr 380/01. Altrimenti scatta la responsabilità da reato edilizio. Lo ha chiarito la Cassazione nella sentenza 9255/10 con cui ha confermato la condanna alla pena di un mese di arresto e 4000 euro di ammenda nei confronti di una donna che aveva eseguito, in zona sottoposta a vincolo, lavori d’ampliamento di un fabbricato preesistente per una superficie di mq. 2,80 riguardanti un vano destinato a bagno, in assenza del permesso di costruire e dell’autorizzazione dell’amministrazione preposta alla tutela del vincolo. Senza successo la ricorrente ha cercato di sostenere davanti ai giudici del Palazzaccio che l’ampliamento era modesto e, quindi, bastava la sola Dia. Nel respingere il ricorso e confermare la condanna, infatti, la Suprema corte ha affermato che «i lavori eseguiti, avendo comportato un aumento di volumetria, nonché modificazioni della sagoma e dei prospetti del fabbricato preesistente, dovevano essere assentiti mediante il permesso di costruire ai sensi dell’articolo 10 del Dpr 380/01».
    Fonte: lastampa.it


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