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Sicurezza degli ascensori: annullato il decreto che impone verifiche straordinarie
Illegittimo il decreto del ministero dello sviluppo che impone verifiche straordinarie sugli ascensori installati e messi in esercizio prima del 1999. Il Tar del Lazio con la sentenza 5413/10 ha annullato il provvedimento accogliendo il ricorso proposto da Confedilizia.
Il caso
I proprietari d'impianti d'ascensore installati prima del 30 giugno 1999 avrebbero dovuto adeguarsi alle norme tecniche UNI - EN 81/80. Ma la direttiva 95/16/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio ha imposto - osservano i giudici capitolini - la soggezione alle prescrizioni dettate solo per le operazioni di commercializzazione e di messa in servizio degli ascensori effettuate a partire dal 30 giugno 1999, mentre per quelle antecedenti ha lasciato liberi gli Stati membri di continuare ad applicare la normativa nazionale vigente. Il provvedimento era stato fortemente criticato perché il suo intero costo sarebbe ricaduto interamente sulle famiglie. Secondo il Tribunale amministrativo della Capitale poi l'ordinamento in vigore già impone ai proprietari di immobili dotati di ascensori due verifiche annuali e una straordinaria ad opera di tecnici specializzati e autorizzati, con i relativi costi di non limitato livello. Insomma, per effetto del decreto impugnato a questo sistema ancora vigente e cogente, ora se ne sovrappone un altro motivato con riferimento alla migliore qualità che garantirebbero le tecniche Uni, come se la loro applicazione non potesse essere imposta ai tecnici che effettuano i primi controlli. Ma ciò che colpisce - ammettono i magistrati amministrativi - è che con palese sviamento di potere il decreto non è stato affatto adottato per garantire una più efficace tutela contro i rischi connessi all'uso dell'ascensore. La riprova del fondamento del rilievo - continua il Tar capitolino - è nello stesso provvedimento, nel quale è detto chiaramente che l'obiettivo perseguito dal Governo è quello di «rilanciare l'edilizia» e quindi di fronteggiare la crisi, che attualmente attraversa, anche con la messa in sicurezza degli impianti tecnologici all'interno degli edifici, e «fra questi l'ascensore» in quanto «indispensabile mezzo di trasporto». La nuova normativa - concludono i giudici - viene quindi imposta non per colmare evidenti carenze dell'attuale sistema ma per finalità occupazionali, cioè per salvare i posti di lavoro, senza preoccuparsi delle ricadute gravissime che tale politica ha sull'economia delle famiglie.
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