La perdita di un’importante commessa e, quindi, la conseguente riduzione dell’attività lavorativa possono giustificare i tagli del personale disposti dall’azienda. Una tale scelta, infatti, non è sindacabile da parte del giudice perché rientra nell’esercizio della libertà d’iniziativa economica dell’imprenditore, che intende fronteggiare la contrazione degli ordinativi con una riduzione dei costi. Di conseguenza, il licenziamento è legittimo perché si configura l’ipotesi del giustificato motivo oggettivo. Ma il datore di lavoro, però, è tenuto a provare la reale sussistenza delle ragioni poste a fondamento del licenziamento, anche attraverso deposizioni testimoniali e l’esibizione di documentazione aziendale. Così la Cassazione con la sentenza 2784/10 ha respinto il ricorso di un autista licenziato dal proprio datore di lavoro per giustificato motivo oggettivo: l’azienda aveva perso importati commesse di lavoro e il licenziamento, purtroppo, rappresentava l’unica via d’uscita per far fronte alla crisi. Nel confermare la legittimità del recesso, infatti, la sezione lavoro del Palazzaccio ha sottolineato che correttamente il datore aveva provato - mediante testimonianze e registri della società - il giustificato motivo oggettivo costituito dalla riduzione di lavoro per il venir meno di un’importante commessa.
Fonte: lastampa.it


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