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  • Aumenta l'evasione fiscale in Italia

    Aumenta l’evasione fiscale in Italia. Nei primi quattro mesi del 2010, l’imponibile evaso in Italia è cresciuto del 6,7% ed ha raggiunto l’ammontare di 371 miliardi di euro l’anno. In termini di imposte sottratte all’erario siamo nell’ordine dei 156 miliardi di euro l’anno. È questa la stima calcolata da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani che con Lo Sportello del Contribuente monitora costantemente il fenomeno dell’evasione fiscale in Italia.

    Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.

    La prima riguarda l’economia sommersa che sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 135 MLD di euro l’anno. L’esercito di lavoratori in nero è composto da circa 2,4 milioni. Di questi 850.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un’evasione d’imposta pari a 34 MLD di euro.

    La seconda è l’economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno 4 regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio. Si stima che il giro di affari non “contabilizzati” si attesta sui 178 miliardi di euro l’anno con un’imposta evasa di 63 MLD di euro.

    La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Dall’incrocio dei dati è emerso che l’ 81% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (53%) o meno di 10 mila euro (28%). In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative l’ 81% non versa le imposte dovute. Si stima un’evasione fiscale attorno ai 18 miliardi di euro l’anno.

    La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94 % delle big company abusano del “transfer pricing” per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 31 MLD di euro. Negli ultimi quattro mesi, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 10 per cento le imposte dovute all’erario.

    Infine c’è l’evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all’erario circa 10 miliardi di euro l’anno.

    In testa a aprile 2010, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +10,1%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 9,2% e alla Campania +8,0%. A seguire la Valle d’Aosta con +7,3%, il Lazio con +7,1%, la Liguria con +6,3%, l’Emilia Romagna con +6,1%, la Toscana con +5,4%, il Piemonte con +5,2%, le Marche con +5,0%, la Puglia con +4,5%, la Sicilia con +4,5% e l’Umbria con +4,4%.

    La Lombardia, anche in valore assoluto, ha fatto registrare il maggior aumento dell’evasione fiscale. In percentuale, il dato lombardo aumenta, nei primi quattro mesi, di circa il 11,2%.

    “Per combattere l’evasione fiscale bisogna riformare il fisco italiano introducendo la tax compliance, seguendo ciò che avviene nei principali paesi europei che hanno ridotto le aliquote fiscali, migliorato la qualità dei servizi pubblici e sopratutto eliminato gli sprechi di denaro pubblico – afferma Vittorio Carlomagno Presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – L’evasione fiscale, a causa dell’inefficacia della P.A. è diventato lo sport più praticato dagli italiani. al punto che anche i morti evadono il fisco tumulandosi da soli. Fino a quando non migliorerà l’efficienza dell’amministrazione finanziaria, il governo avrà bisogno di emanare nuovi condoni per far cassa ad ogni costo. E si premieranno sempre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait, a rate e con il massimo sconto”.

    Fonte: http://www.liguriaoggi.it/2010/05/17/23768/

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