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  • Scatta foto alla cattedrale, arrestato

    Turisti e reporter interrogati per scatti di monumenti e strade. La polizia sotto accusa. «E' abuso di potere»
    LONDRA- Girare per le vie di Londra e scattere qualche bella foto. Niente di più facile. E, negli ultimi tempi, niente di più facile e veloce per essere arrestati. Così, turisti increduli, si sono ritrovati dal passeggiare per le vie della capitale inglese ad essere fermati e "interrogati" dagli agenti. Tutto per colpa di innocenti scatti. Come riporta The Independent, dopo una serie di bizzarri incidenti, in cui sono rimasti coinvolti turisti che hanno immortalato monumenti, chiese e persino ristoranti, la polizia è stata accusata di abuso di potere. Ai poliziotti infatti, in base ad una speciale autorizzazione, è concesso fermare qualsiasi persona senza dare una spiegazione. Fotografi amatoriali e professionisti, però, stufi di essere trattati come terroristi, hanno deciso di protestare contro lo strapotere delle divise. La polizia ora è sotto osservazione, proprio per i suoi metodi troppo "aggressivi".

    «I poliziotti devono stare molto attenti negli arresti. Sia che si tratti di persone che stanno solo facendo delle foto come turisti, sia che siano fotografi professionisti. Il fatto di avere una macchina foto non è un buon motivo per essere arrestati, nè per diventare dei potenziali sospetti», ha detto al quotidiano inglese Lord Carlile of Berriew. Solo qualche giorno fa un giornalista della Bbc è stato fermato per aver fotografato la cattedrale di S. Paul. E ancora prima Andrew White, 33 anni, è stato interrogato per degli scatti alle luci natalizie. A luglio, Alex Turner, un fotografo amatoriale, è stato bloccato per delle foto a un fast-food di Chatham. Tutti, sono stati fermati in base alla "sezione 44", un potere speciale che permette di dichiarare una specie di "stato d'emergenza" in intere zone, che diventano così aree di "ricerca" dove gli arresti a raffica sono consentiti. Le zone vengono scelte a seconda della loro, più o meno alta, probabilità di essere obiettivi di un attacco terroristico. A Londra esistono più di cento aree di questo tipo: Buckingham Palace, per esempio, si trova in una di queste.

    Martin Parr, un fotoreporter, nel mirino della polizia per immagini del centro di Liverpool, ha paura che la situazione possa peggiorare: «A meno che non si fermi subito questa tendenza, diventerà impossibile fotografare una qualsiasi strada inglese». Un altro fotogiornalista, Marc Vallee, stanco dei continui fermi ha deciso di fondare un gruppo di protesta. Il suo slogan è: «Sono un fotografo, non un terrorista». Il suo movimento conta già 4mila sostenitori. E ora la protesta si allarga anche tra i fotografi dilettanti.
    Fonte: La Stampa


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