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Malasanità: indagata tutta la gestione della Sanità in Puglia
Continua ad allargarsi e riguarderebbe tutta la gestione della sanità in Puglia, nomine, appalti, forniture e accreditamenti, l'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Bari Desirè Digeronimo che alcuni mesi fa ha portato alle dimissioni dell'allora assessore regionale alla sanità, Alberto Tedesco.
Dall'inchiesta - che vede indagata una quindicina di persone tra cui l'ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, sospesa qualche giorno fa dall'incarico - emergerebbe un sistema diffuso in cui, utilizzando ritardi nella definizione delle gare o nell'attribuzione di incarichi di primariato, prorogando di fatto incarichi scaduti, si tendeva a mantenere un sistema di decisione e potere non soggetto a regole.
Al centro dell'indagine del pm c'è tutto un anno di gestione della sanità regionale, il 2008. Nei prossimi giorni il magistrato inquirente, che oggi ha ascoltato come persona informata sui fatti l'ex direttore generale del Policlinico, Antonio Castorani, ascolterà probabilmente altri direttori generali e sanitari di Asl pugliesi. Castorani avrebbe parlato in particolare di «alcune prassi» consolidate che trovò quando, nel settembre del 2006 assunse l'incarico. Prassi che prevedevano, ad esempio, il riscorso continuo alla dichiarazione di «unicità e infungibilità» per acquistare protesi ortopediche e di cardiochirugia direttamente dalle aziende che le commercializzano aggirando quindi la normale gara.
Il meccanismo - ha spiegato lasciando l'ufficio del pm - è quelle che parte dalla dichiarazione del primario che chiede al direttore sanitario l'acquisto di un determinato prodotto certificandone appunto l«'unicità». Queste modalità di acquisto sono oggetto anche di un'altra inchiesta sulla sanità condotta dal sostituto Roberto Rossi che ha in questi giorni notificato avviso di conclusione delle indagini a 23 indagati.
Pdl all'attacco di Vendola. «In questi quattro anni e mezzo Vendola non solo "non poteva non sapere", ma era il principale responsabile politico, quindi il direttore d'orchestra di un sistema di clientele e cattiva politica che governava la sanità». Lo afferma il capogruppo regionale di Fi-PdL, Rocco Palese.
Si riunirà lunedì prossimo, 13 luglio, il Consiglio regionale della Puglia. La data è stata decisa oggi all'unanimità dalla conferenza dei capigruppo. In apertura dei lavori il presidente della Regione, Nichi Vendola, farà comunicazioni all'assemblea regionale sul "rimpasto" che ha concluso l'altra sera nell'esecutivo, con la sostituzione in giunta di cinque assessori. Il Pdl ha già annunciato che presenterà una mozione di sfiducia, chiedendo che si voti con il voto segreto. Ciò nel tentativo di fare leva sui malumori esistenti nel gruppo del Pd (che si riunisce nel primo pomeriggio) a causa delle scelte compiute da Vendola nella vicenda politica che ha tenuto banco dal 30 giugno scorso, quando, a sorpresa, il presidente annunciò di aver chiesto e ottenuto da tutti e 14 i suoi assessori di rimettere il loro mandato nelle sue mani. Una decisione presa - secondo quanto chiarito dallo stesso Vendola - nel tentativo di allargare la coalizione ai moderati (Udc e Idv si sono però rifiutati di entrare in giunta in questo scorcio di legislatura) e, soprattutto, per poter affrontare le ombre calate sull'esecutivo nell'ambito delle indagini avviate dalla Procura di Bari sulla gestione della sanità in Puglia.
«Sono preoccupato perché con gli ultimi eventi si rischia di restringere e non di allargare i recinti della nostra coalizione e di metterla in crisi. La tensione che si è creata non rientra e non aiuta nell'obbiettivo di rilanciare un progetto basato su un programma ed una alleanza politica di fine legislatura per il prossimo futuro». Lo sostiene in una lettera inviata a Vendola, uno dei cinque assessori regionali sostituiti nell'esecutivo pugliese nel rimpasto deciso dal presidente, l'ex assessore al Diritto allo Studio, Mimmo Lomelo, ora consigliere dei Verdi. «Innoviamo le strutture, rinnoviamo gli apparati e poi - prosegue - veniamo sbattuti fuori e accomunati a una questione morale che non c'è». «La vicenda - aggiunge - sarebbe ancora più amara se leggendo i quotidiani noi assessori non fossimo diventati "merce di scambio inconsapevole" per un riequilibrio sul dibattito in corso del Pd. Non ci sto».
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