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Dramma rifiuti, oggi decreto in aula. Scontro con la Lega per invio fuori regione. De Magistris presenta il "piano-estero"
«Ho già preparato emendamenti per stralciare l’articolo 1 del decreto rifiuti. La Lega? Francamente non me ne frega nulla, sono pronto a votarlo con le opposizioni questo emendamento».
Paolo Russo, deputato del Pdl esperto in materia di rifiuti ha pochi dubbi ed è pronto alla battaglia politica: «Se l’ordinanza del Consiglio di Stato è quella che ha anticipato Il Mattino, allora la spazzatura napoletana torna a essere classificata come rifiuto speciale non pericoloso e vige il principio della libera circolazione. Non c’è bisogno di accordi politici per spedirli fuori regione».
La guerra della monnezza si arricchisce di un nuovo capitolo, probabilmente quello finale, scritto dal Consiglio di Stato che ha cassato la sentenza del Tar Lazio, causa della nuova crisi che affligge Napoli e la provincia. Il Tar, infatti, aveva sancito il principio che il rifiuto napoletano essendo rifiuto urbano, era pericoloso e non esportabile senza accordi di programma fra Regioni. Al punto che il governo è alle prese con un decreto - oggi approderà in aula - per sbloccare la situazione.
Alla luce dell’ordinanza del Consiglio di Stato che ha già stabilito il ribaltone cosa accadrà dunque in Parlamento? Uno dei paradossi è che se il decreto venisse convertito in legge così come è, aggraverebbe la situazione già difficile di Napoli e annullerebbe l’effetto dell’ordinanza del Consiglio di Stato. In questa direzione spinge la Lega che al di là di ogni considerazione non vuole sentire neppure parlare di trasferimenti dei rifiuti in regioni che non siano quelle confinanti con la Campania.
«Il punto della questione - spiega Riccardo Villari, sottosegretario ai Beni Culturali - è che ci vorrebbe uniformità di giudizio anche a livello di giustizia. Non è possibile che su una questione come quella dei rifiuti si esprimano più organi per arrivare a quello finale che cambia di nuovo tutto».
Oltre la questione di principio Villari entra nel merito per quello che riguarda eventuali ostruzionismi della Lega: «Gli ideologismi vanno messi da parte. Se c’è l’ordinanza del Consiglio di Stato che va in una certa direzione giusto emendare il decreto e attenerci alla legge. L’emergenza è nazionale e riguarda tutto il Paese non una sola parte».
Questa la situazione a poche ore dalla discussione in aula dove è atteso un intervento di Domenico Zinzi, presidente della Provincia di Caserta oltre che deputato. Un intervento duro perché Zinzi è fra coloro che dovrebbe dare la solidarietà a Napoli, ma tuttavia ci sono sempre inghippi che non consentono all’Asìa di sversare nell’enorme sito di San Tammaro. Come dire a ciascuno il suo. Più o meno la stessa cosa che dicono i leghisti. Così per Zinzi il decreto va corretto in direzione di quanto ha stabilito il Consiglio di Stato. In modo che dalle sue parti - parole testuali - «non entrerà un solo sacchetto proveniente da Napoli».
Dovesse passare l’adeguamento del decreto, Napoli potrebbe cominciare a sversare i rifiuti laddove vigevano gli accordi prima della sentenza del Tar, ovvero in Puglia e in Sicilia. E da subito.
L’interpretazione del Tar è alla base della nuova emergenza che sta colpendo Napoli e la sua provincia; se cancellata dal Consiglio di Stato significa che da domani sera i rifiuti possono essere spediti fuori dalla Campania e verso quelle regioni dove l’accordo già c’era, a cominciare da Puglia e Sicilia.
Un colpo di scena che potrebbe risolvere la crisi, almeno a breve termine, in attesa dei trasferimenti all’estero previsti per settembre. Piano che oggi alle 12 il sindaco Luigi de Magistris svelerà nella sua interezza.
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