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  • Napoli, spazzini malati: indagine Digos. E Cesaro scrive al Governo «Serve proroga utilizzo dell'esercito»

    Potrebbe costare cara a chi si è ammalato l’improvvisa epidemia che ha colpito un gran numero di dipendenti della Lavajet, la ditta ligure che si è aggiudicata l’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani a Napoli. Le assenze dal lavoro - segnalate ieri dal nostro giornale - a dir poco sospette sono ora oggetto di una doppia indagine. 
    Una prima, avviata dalla Digos della Questura di Napoli, che nelle prossime ore potrebbe ricevere dalla Procura di Napoli una nuova delega di indagine da parte del procuratore aggiunto Gianni Melillo (che coordina le inchieste sui danneggiamenti agli automezzi dell’Asìa ma anche quelle sui presunti boicottaggi ai danni della stessa azienda e sui sospetti casi di assenteismo del personale); e una seconda, amministrativa, annunciata dalla stessa Asìa attraverso il suo presidente, Claudio Cicatiello.
    Restano, sullo sfondo, i molti dubbi di un comportamento non trasparente da parte dei lavoratori che hanno fatto registrare un vero e proprio boom di malattie, aggravando così di fatto la già precaria situazione ambientale in cui versa Napoli.
    Per questo Asìa ha convocato per martedì un incontro per cercare di ricostruire i tasselli, per capire perché così tanti dipendenti della Lavajet durante le festività natalizie abbiano fatto registrare un boom di assenze per malattie.
    «Suggeriremo la linea dura - annuncia Cicatiello - Sono stati i capi area dell'Asia a segnalarci il problema e cioè che i dipendenti della Lavajet durante questi giorni di festa, in ultimo all’Epifania, si erano in gran numero assentati. Un’assenza che ha gravato solo ed esclusivamente su di noi, non certo sui militari visto che l’Esercito a dicembre ha raccolto 220 tonnellate e noi 48mila». Dietro la vicenda restano aperte diverse ipotesi: dal sabotaggio messo in atto dai dipendenti per imporre assunzioni, a un modo per ottenere quanto non è stato pagato da Enerambiente, la ditta presso la quale lavoravano prima i dipendenti della Lavajet.
    «Fatto sta che ci sono degli aspetti da capire e da chiarire - dice Cicatiello - ed è una questione che deve risolvere la Lavajet perché parliamo di suoi dipendenti. È, però, anche vero che quello che non fa la ditta, grava su di noi. Ecco perché, nell’incontro convocato martedì prossimo con i vertici della ditta, siamo pronti a capire, ad affiancare la Lavajet e a suggerire metodi, anche duri, per intervenire». Intanto, conclude Cicatiello, «Napoli è ormai sostanzialmente pulita. È stato fatto un lavoro eccezionale durante le vacanze natalizie e continuiamo a procedere molto bene, con una raccolta di circa 1500 tonnellate al giorno. Resta il nodo principale: capire nei prossimi giorni dove sverseremo».
    Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale Franco Verde, che sollecita un intervento del sindaco: «Le vicende riguardanti l’Asia non possono vedere estraneo il sindaco di Napoli. Da dieci anni la Iervolino governa la nostra città e ha nominato presidenti, consigli di amministrazione e amministratori delegati.
    Risultato: i cittadini che pagano una tassa elevata ricevono un servizio di gran lunga inferiore alle aspettative. Il nostro sindaco ha il dovere di intervenire su Asia anche rimuovendone i vertici, in quanto la mancata realizzazione di spazzamento e differenziata a percentuale almeno del 40 per cento è tutta in capo ai vertici di quest’azienda». 
    E nel frattempo il presidente della Provincia cesaro ha scritto al governo chiedendo una proroga per l'utilizzo dell'esercito nella rimozione dei rifiuti a Napoli e in provincia. «Ho già scritto alla Presidenza del Consiglio dicendo che sarebbe un grave errore strategico dismettere in questa fase la presenza dei militari sul territorio per quanto riguarda la gestione del ciclo dei rifiuti. Ho anche chiesto formalmente che il termine del 31 gennaio per la loro missione nella provincia di Napoli venga prorogato di almeno sei mesi».
    Così il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, in merito alla decisione del Governo che prevede dal primo febbraio prossimo l'abbandono da parte degli uomini dell'esercito delle funzioni fin oggi svolte nel settore dei rifiuti. «Non si può pensare di affrontare questa crisi - ha affermato Cesaro - guardandosi sempre alle spalle e facendosi condizionare da quanto avvenuto negli anni passati. Non possiamo continuamente dolerci di ciò che non è stato fatto e della durata della gestione straordinaria, ma dobbiamo pensare a quanto è necessario fare oggi. Siamo in una fase cruciale dei nostri interventi dove il minimo passo falso o la sottovalutazione dei problemi può essere deflagrante. La presenza degli uomini del generale Morelli, come lui stesso ha sostenuto, è ancora necessaria sul territorio. Specie sugli impianti dove, oltre ad aver assunto competenze che devono essere trasferite con gradualità, risultano essere fondamentali per rassicurare e gestire i rapporti col territorio».
    Secondo Cesaro «ora dovremo prepararci ad aprire nuovi siti e a dare una svolta decisiva alla fase di realizzazione delle nuove strutture. Far andare via oggi i militari dal territorio equivarrebbe a sospendere le terapie necessarie ad un malato in piena convalescenza: le ricadute sarebbero gravi e comprometterebbero la guarigione finale a cui tutti siamo protesi. L'ho scritto e sono pronto a sostenerlo con tutti coloro che stanno lavorando per uscire definitivamente dalla crisi. E mi auguro - ha concluso il presidente della Provincia di Napoli - che mi stiano a sentire».

    Fonte: IlMattino

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