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Scuola, 200mila in piazza contro i tagli. Gelmini: vecchi slogan, avanti con riforma
Sono circa 200.000 gli studenti che oggi sono scesi in piazza in oltre 100 città. Il bilancio è della Rete degli Studenti e dell'Unione degli Universitari che, assieme ad altre associazioni studentesche, hanno dato vita alla protesta «per la riconquista del diritto allo studio che questo Governo, a differenza degli altri paesi europei, sta cancellando». Secondo la Rete e l'Udu a Torino il corteo ha visto la partecipazione di 30.000 studenti tra medi e universitari, 20.000 a Roma, migliaia a Milano, a Bologna 2.000, a Firenze 5.000, 2.000 all'Aquila, 3.000 a Napoli, altrettanti a Palermo.
«Vogliamo fondi per l'Università pubblica e la Scuola pubblica da investire prima di tutto sull'edilizia scolastica e sulle borse di studio, vogliamo - dicono gli studenti - che la valutazione diventi uno strumento per schiacciare il potere dei baroni e per alzare la qualità della didattica e dei servizi offerti dagli atenei, vogliamo una didattica scolastica fatta di insegnanti competenti e preparati e non licenziati». Ai cortei mattutini tradizionali si aggiungono - sottolinea la Rete della Conoscenza - quelli pomeridiani, specialmente nelle città, come Trieste e Genova, dove in questi giorni gli studenti hanno occupato le loro scuole. «La giornata internazionale studentesca in Italia è per noi un momento importante per denunciare i tagli alla scuola e all'università pubblica» - fa sapere la Rete della Conoscenza, che riunisce gli studenti medi dell'UdS e gli universitari di Link - mentre per le private i soldi si sono trovati grazie ai soliti interessi di lobby, per la stragrande maggioranza degli studenti la vita quotidiana è fatta di trasporti fantasma, aule pericolanti, mense e case dello studente sempre più rare da trovare».
Anche i Giovani democratici, la Rete universitaria nazionale e la Federazione degli studenti, nella giornata internazionale per il diritto allo studio, hanno promosso una serie di iniziative, tra cortei, assemblee, volantinaggi, manifestazioni. «Oggi - dicono in una nota - è stata l'occasione per denunciare la politica sciagurata del governo contro il sistema dei saperi pubblici nel nostro paese. L'unica risposta che Berlusconi e Tremonti hanno dato alla crisi è stata una fittissima serie di tagli a scuole e università, intese come beni di tutti e quindi di nessuno». E la giornata di oggi non segnerà la conclusione della mobilitazione. Nelle prossime settimane - annunciano Rete degli studenti e Unione degli universitari - partiranno le occupazioni, cogestioni e autogestioni anche in altre regioni e città, fino ad arrivare alla data del 27 novembre, manifestazione nazionale della Cgil, in cui gli studenti scenderanno in piazza a fianco dei lavoratori.
A Roma sull'entrata dell'università è stato apposto lo striscione con la scritta «Quale futuro su queste macerie» mentre a terra i ragazzi hanno sistemato simbolicamente dei sacchetti con dei calcinacci e transennato con del nastro bianco e rosso le entrate della Sapienza.
Sullo striscione che apriva il corteo, la scritta: «La loro in-stabilità solo macerie per l'università». Poco prima dell'avvio del corteo il rettore della Sapienza Luigi Frati è passato dal piazzale dove erano riuniti gli studenti. «C'è ancora il diritto di protestare e manifestare - ha detto - Il disagio giovanile lo rispetto perché penso sia giustificato. La politica deve dare risposte e soluzioni. Da 20 anni in Italia non si investe in ricerca e non ci si pone il problema della competitività. L'obiettivo di Lisbona era quello di raggiungere entro il 2020 il 3% del Pil destinandolo a formazione e ricerca. In Italia mi pare si faccia il contrario».
Al grido «Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città» i liceali del corteo non autorizzato si sono di nuovo seduti per terra sotto il Campidoglio. I ragazzi seduti per terra hanno bloccato per pochi minuti via del Teatro Marcello in entrambi i sensi di marcia. Cori anche contro il sindaco Gianni Alemanno come «Alemanno fuori dalla città».
Gli studenti delle scuole occupate, che hanno manifestato a Roma, arrivati in corteo fino all'incrocio fra il Lungotevere e viale Trastevere hanno dato vita ad un flashmob sdraiandosi tutti a terra ed interrompendo del tutto la circolazione stradale. Poi hanno acceso due fumogeni ed intonato lo slogan «Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città» e steso uno striscione con scritto «Ci rubano il futuro, riprendiamocelo». Gli studenti, circa trecento, o le rappresentanze del Virgilio, del Manara, del Visconti e del Virgilio occupato, e stanno valutando adesso, spiegano gli stessi studenti, come proseguire la mobilitazione e raggiungere gli altri cortei.
«La situazione non è più sostenibile. Ci siamo resi conto che i tagli rientrano in un percorso più ampio. Vogliono tagliare il nostro futuro, ma noi dobbiamo riprendercelo». A parlare è Bianca una studentessa del liceo Virgilio, tra i manifestanti riuniti in piazza Trilussa. «Qui a piazza Trilussa ci sono tutti gli studenti dei licei occupati - aggiunge - Crediamo nell'occupazione come forma di protesta. Dobbiamo riprenderci nostre scuole per riprenderci il futuro». I ragazzi del corteo, non autorizzato, spiegano che in mattinata intendono riunirsi con gli studenti del corteo partito da piazza Aldo Moro. «Abbiamo deciso di non chiedere autorizzazioni per la manifestazione - spiega uno studente - perché le strade sono di tutti, non servono permessi».
«Bisogna avere il coraggio di cambiare - ha detto il ministro Gelmini - È indispensabile proseguire sulla strada delle riforme: dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata al mondo del lavoro e più internazionale. Per ottenere questi obiettivi stiamo rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la scuola italiana in passato. Un lavoro e un percorso difficile, ma indispensabile. È necessario lo sforzo di tutti coloro che hanno a cuore la scuola. La protesta di oggi però mi pare riproporre vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo, di chi è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento».
Pd: adesso la pazienza è finita. «Gli studenti vogliono prendere nelle loro mani il futuro che li riguarda. E questo andrebbe salutato con soddisfazione - dice la senatrice del Pd Vittoria Franco, della commissione Cultura a Palazzo Madama - La ministra Gelmini e altri esponenti della maggioranza sanno invece solo stigmatizzare e criticano le loro manifestazioni contro i tagli e per una scuola pubblica qualificata perchè sarebbero strumentalizzazioni. Ma non vede il danno che i provvedimenti del governo fanno alla scuola e ai giovani? Tagli e solo tagli, punizione, meno ore di studio, meno materie, classi più numerose. Altro che premiare il merito! Finalmente qualcuno alza la voce per far sentire che la pazienza è finita».
Torino, occupato Palazzo Campana. A Torino gli studenti hanno occupato Palazzo Campana, storica sede universitaria dove prese le mosse, nel novembre del '68, il movimento studentesco della città. Fuori dalle finestre dell'edificio è stato esposto un gigantesco striscione rosso con la scritta «Riprendiamoci il futuro! Gli studenti stanno in Campana». Sul posto numerosi agenti della Digos e della polizia. Una parte degli occupanti è la stessa che in mattinata aveva occupato i binari della stazione di Porta Nuova.
Momenti di tensione a Pisa. Nei pressi della sede di Confindustria un gruppo di studenti medi si è staccato dal corteo e ha provato a forzare il blocco della polizia per raggiungere la sede, uscendo così dal percorso autorizzato. Ci sono stati alcuni momenti di tensione in cui gli agenti hanno contenuto l'azione degli studenti con una carica di alleggerimento; due persone, tra cui una studentessa, sono rimaste contuse. Una quindicina di studenti ha comunque raggiunto ugualmente la sede confindustriale e ha lanciato pomodori contro la facciata, prima di riuscire a dileguarsi. Successivamente dal corteo sono state lanciate uova contro una filiale del Monte dei Paschi di Siena. Alla manifestazione, alla quale hanno aderito anche sindacati e partiti politici (Cgil, Gilda, Pd, Sel e Rifondazione comunista, Cobas) partecipano circa 2.500 persone.
La vetrina della filiale di Banca Fideuram, in corso di Porta Romana, in centro a Milano, è stata danneggiata a colpi di mazza da alcuni ragazzi incappucciati. Nell'ingresso dell'istituto alcuni cittadini hanno assistito, impauriti, all'attacco, mentre i giovani colpivano più volte la vetrata, infrangendola in più punti. «Sono arrivati di corsa, incappucciati, e hanno incominciato a colpire con una mazza il vetro», hanno raccontato piuttosto scosse le persone all'interno. Il corteo studentesco del No Gelmini Day intanto sta proseguendo la sua marcia verso il Provveditorato agli Studi in via Ripamonti.
Fonte: http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=127078&sez=ITALIA


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