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Napoli, Banca del Sud: sequestrati soldi e anello a Lady Cacciapuoti
Un anello di Bulgari, soldi e qualche altro cimelio. Sono i «gioielli» su cui la Procura ha deciso di vederci chiaro. Sono stati sequestrati giovedì mattina, al termine della perquisizione che le è toccato subire nel corso delle indagini che vedono latitante il marito.Un sequestro di monili, dunque, per la moglie di Raffaele Cacciapuoti, il presunto faccendiere dell’affaire Banca popolare meridionale, in uno scenario investigativo sempre più a senso unico. Non è indagata - è bene chiarirlo -, ma Roberta Zicari ha consegnato alla polizia giudiziaria una parte dei soldi che aveva deciso di portare con sé nel viaggio per Santo Domingo (dove probabilmente l’attendeva il marito), un anello e qualche altro oggetto di valore.
Ora la Procura ha deciso di affidarsi alla consulenza di un gioielliere per una stima degli averi sequestrati, con una motivazione abbastanza chiara: i gioielli potrebbero essere regali di Raffaele Cacciapuoti, quindi potrebbero essere ritenuti provento di un’attività economica su cui la Procura ha ormai da tempo acceso i propri riflettori.Indagato per ricettazione di assegni, ma anche di appropriazione indebita (un buco di sedici milioni di euro) nel corso delle indagini sull’aborto della banca popolare meridionale, Cacciapuoti è sempre più alle corde: da qualche giorno, infatti, ai suoi legali Giuseppe Bartolo Senatore e Flaviano Moltedo - i giudici hanno notificato un decreto di latitanza, in relazione a una misura cautelare emessa qualche mese fa dal gip Claudia Picciotti. Inchiesta allo snodo cruciale, dunque, con le perquisizioni operate dai finanzieri del colonnello Luigi Del Vecchio, coordinate dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli e del pm Francesco Raffaele.Un blitz a sopresa, quello di giovedì mattina, attività condotta nel pieno rispetto della dignità di persone che vanno ritenute estranee ai reati ipotizzati nel corso degli accertamenti sulla banca fantasma. Giovedì mattina, a Fiumicino, Roberta Zicari era in procinto di volare verso Santo Domingo, assieme ai tre figli. Partenza annullata, ora si attende l’esito delle verifiche sui due computer sequestrati giovedì mattina, uno dei quali era stato usato da Cacciapuoti prima di lasciare Napoli per una lunga sortita oltreoceano. Ma non è tutto. L’inchiesta va avanti anche battendo altre tracce, anche puntando su altre acquisizioni di informazioni.Nei prossimi giorni inizieranno le convocazioni di centinaia di soci sottoscrittori del progetto della Banca popolare meridionale. Sono le potenziali vittime del buco di sedici milioni di euro, sono quelli che avrebbero versato somme di denaro per diventare soci della nuova banca, magari accarezzando il sogno di capitalizzare interessi a stretto giro. Ora tocca a loro sfilare come testi davanti al pm e raccontare le proprie versioni, in audizioni in cui verranno ascoltati come persone informate dei fatti.Inchiesta con un solo indagato, ma lo scenario è destinato comunque a cambiare a stretto giro. Fino a questo momento sono state infatti ascoltate persone legate all’entourage di Cacciapuoti, professionisti che si sarebbero impegnati in prima persona nella sponsorizzazione del progetto e nella raccolta di fondi. Tante sit - sommarie informazioni trascritte - acquisite nel fascicolo e la convinzione che qualcuno non abbia detto tutta la verità nei colloqui informativi con pg e autorità giudiziaria, non abbia raccontato tutto sulla gestione e la scomparsa di un capitale di oltre sedici milioni di euro.
Fonte: http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=125796&sez=NAPOLI
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