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La grande distribuzione soffre La crisi minaccia anche i discount
Penalizzati dalla crisi dei consumi; limitati da una marginalità in contrazione; sottoposti a costi operativi più alti della media Ue (in termini di fiscalità, di materie prime e di trasporti). I marchi della grande distribuzione ammettono che anche «le previsioni non inducono all'ottimismo». È l'instantanea elaborata da Adm, un'associazione di distributori che comprende 700 marchi, 32mila punti vendita in tutta Italia e un fatturato complessivo di oltre 160 miliardi di euro. Le cifre diffuse su fonte Nielsen, player mondiale in ricerche e analisi di mercato, fotografa un 2010 «negativo» per la gdo alimentare, con una contrazione del fatturato rispetto al 2009 per tutti i format: meno 1,4 % per gli ipermercati, meno 0,6% per i supermercati, meno 2% per gli alimentari privi di brand, meno 0,5% per i discount.
CALO AL SUD - Volumi in riduzione su base annuale soprattutto nelle regioni centro-meridionali, colpite da un maggiore aumento della disoccupazione che si riflette sul potere d'acquisto: meno 3,6% in Campania, meno 1,7% in Molise, meno 1,6% nel Lazio, meno 3,1% in Abruzzo. Pessime notizie anche per i centri commerciali che in un solo anno perdono il 6% del traffico, cui fa da contraltare la crescita dell'8% degli outlet, che in cinque anni sono passati da 18 a 34 su tutto il territorio nazionale. Ma a far presagire un outlook tutt'altro che positivo è la forte incidenza dei costi per i brand operanti in Italia: 25,5%, rispetto a una media Ue del 21,5%. Se Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia, parla di «catastrofe, con una perdita del fatturato a reti omogenee del 1,9%» e chiede al governo interventi immediati per rilanciare i consumi, Riccardo Francioni, presidente di Esd Italia che raggruppa i marchi Selex, Agorà, Acqua e Sapone, Sun, crede che il «rilancio possa passare solo dal localismo dei punti vendita, con una maggiore attenzione al segmento dei consumatori a cui rivolgersi».Mario Maiocchi di Unieuro ritiene che «ormai l'unica leva sia il prezzo e l'unico strumento per superare la crisi sia l'innovazione, con l'ideazione di format nuovi». Ricetta che Ilaro Ghiselli, amministratore delegato di Mercatone Uno, condivide, auspicando di «riuscire a collegare meglio il consumatore alla nostra catena».

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