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I 31 «pollicini» abbandonati da mesi Anm: «A Napoli usurati troppo in fretta»
Trentuno minibus elettrici, di cui ventuno "ibridi", i cosiddetti «pollicini», sono abbandonati da otto mesi a marcire nel deposito dell’Anm di piazza Carlo III. Furono acquistati dal Comune di Napoli, con fondi dell’Unione Europea, e pagati 250 mila euro l’uno, per un totale di oltre 8 milioni di euro. Piccoli, agili, silenziosi e soprattutto non inquinanti, facevano servizio nei vicoli napoletani: rione Sanità, Forcella, quartieri spagnoli. Adesso sono inutilizzati e in attesa di essere demoliti. Questo perché l’azienda di trasporti non ha rinnovato il contratto con la Tecnobus, la ditta che si occupava della loro manutenzione, e non ha nessuno che sappia ripararli. Gli otto operai addetti al servizio sono stati licenziati. L’Anm ha motivato l'interruzione del servizio con il fatto che le batterie dei minibus non riuscivano più a garantire il servizio giornaliero perché troppo usurate.
I LAVORATORI LICENZIATI - «Se questo è successo è solo perché l’azienda ha comprato, forse per risparmiare, delle batterie scadenti. Prima i bus avevano un’autonomia di 16 ore e potevano completare tranquillamente il loro percorso giornaliero. Poi le batterie, alla fine del loro ciclo di attività, sono state sostituite con altre non originali e più scadenti e questo ne ha dimezzato i tempi di funzionalità» spiega Mario Marigliano, uno degli otto operai licenziati. Il 28 febbraio scorso i lavoratori hanno perso il lavoro e contemporaneamente il servizio si è interrotto: «L’Anm non ha rinnovato il "full service" con la Tecnobus dicendo che avrebbe potuto provvedere autonomamente alla manutenzione e noi siamo stati licenziati. Noi abbiamo lasciato tutti i veicoli in pienissima efficienza, revisionati dalla motorizzazione. Eppure dopo una settimana non sono più partiti e adesso ci sono otto famiglie in mezzo alla strada. L’Anm avrebbe anche potuto assumerci direttamente in modo che avremmo potuto continuare ad assicurare il servizio. Invece niente. E ora vogliono comprare dei nuovi bus a gasolio spendendo altri soldi per veicoli che sono anche inquinanti in una città che, per quanto riguarda lo smog e l’immondizia, è già allo stremo. Una cosa assurda».L'ANM - Secondo il direttore operativo dell'Anm, l'ingegner Fabrizio Cicala, era impossibile continuare a utilizzare quei mezzi: «I dieci minibus elettrici sono stati acquistati nel 1997, e gli "ibridi" nel 2001, è chiaro che ora sono vecchi e non funzionano più bene. La loro tecnologia poi adesso è obsoleta. Certo in altre città come Milano e Firenze gli stessi mezzi hanno avuto una durata maggiore ma a Napoli si sono usurati prima proprio a causa della conformazione della città, delle tante salite e discese. Per questo la manutenzione ci veniva a costare troppo». Adesso però bisogna utilizzare mezzi a diesel molto più vecchi, ingombranti e inquinanti. «Ma stiamo già preparando con il Comune l'appalto per comprare nuovi mezzi - conclude Cicala - Non saranno elettrici ma a diesel con tecnologia euro cinque. Sono più economici e anche meno inquinanti di quelli ibridi e hanno costi di manutenzione molto più bassi».Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/12-novembre-2010/trentuno-pollicini-abbandonatii-minubus-elettrici-inutilizzati-mesi-1804154461509.shtml

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