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Fitto: il Piano Sud è concreto. Subito l'alta velocità tra Napoli e Bari
«Ha ragione Berlusconi: tranne poche eccezioni, è difficile che l’opinione pubblica si occupi di proposte serie e concrete come il piano Sud. Si preferisce sempre e comunque la polemica».Non nasconde un pizzico di amarezza il ministro Raffaele Fitto, principale attore protagonista (con Tremonti) del progetto appena varato dall’esecutivo. Lui, che proprio con Tremonti (e Scajola, quand’era al governo) aveva insistito per due anni sull’importanza delle misure da adottare. Tra i commenti e reazioni del giorno dopo prevale lo scetticismo.Sarà perché in molti pensano che la crisi di governo metterà una pietra sul piano?«Aspettiamo il 14. Noi siamo convinti di avere la fiducia e di proseguire il nostro cammino. Quando si voterà, bisognerà ricordare che c’è in ballo anche questo importante sforzo del governo per rilanciare il Mezzogiorno».Sforzo, a quanto pare, sul quale non tutti nel governo erano d’accordo...«Nient’affatto. La storia delle divergenze sulla cabina di regia non regge: il coinvolgimento di tutti i ministeri interessati all’attuazione del Piano era scritto anche nel testo presentato prima della riunione del Consiglio dei ministri».Il silenzio-assenso della Lega conferma però qualche dubbio.«La Lega è d’accordo su tutto. E del resto sa bene che se vuole realizzare la riforma federale, che condivido, l’altra faccia non poteva che essere il Piano Sud. Il dato di fondo è che all’interno di quest’ultimo sono previste le stesse novità settoriali che sono alla base del federalismo. A partire dalla rinuncia a frantumare la spesa in mille rivoli per imporre quel principio di responsabilità che è centrale nello Stato federale. E lo stesso vale per la certezza dei tempi e il ricorso al commissariamento degli enti non virtuosi».Altri dubbi riguardano i tempi di attuazione: da dove si parte e con quale priorità?«Il piano ha un obiettivo dichiarato: la fase di attuazione sarà declinata in tutti i suoi tempi. La concretezza? È la mia sfida personale agli scettici: si partirà dalle infrastrutture, in piena sintonia con le Regioni. Puntiamo a dare risposte in 30 giorni, a cominciare dai progetti per l’alta capacità ferroviaria. In un’ottica, ecco la novità, non più regionale ma interregionale».Faccia un esempio concreto.«La linea ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari. Appena completata la riprogrammazione delle risorse disponibili, si parte».A proposito di Regioni: quelle guidate dal centrosinistra non sembrano affatto entusiaste del Piano.«Non credo. Con le Regioni si troverà un percorso comune. Ho apprezzato molto, ad esempio, la disponibilità mostrata dal presidente della Campania, Stefano Caldoro. Laddove qualcuno anteponesse un’opposizione politica, il governo andrà comunque avanti. Vorrei inoltre ricordare che le parti sociali e Confindustria hanno già mostrato di apprezzare il nostro sforzo. E anche la Cgil non mi è parsa sulla negativa».Sia realista: basterà il piano a invertire la rotta del Sud?«Il problema del Sud è che finora le risorse sono state spese poco e male ed è anche un problema di governance e di efficacia della spesa. Su tutti questi punti i quattro provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri offrono una risposta concreta. Cito per tutti il contratto istituzionale di sviluppo che mette paletti certi sulla futura programmazione dei fondi europei. Non siamo, come dice qualcuno, solo all’elencazone di titoli: c’è molto di più, basta leggere».


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