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  • Infermiera morta dopo la protesta. Pisani: "Si facciano indagini sul caso. Che la tragedia scuota la coscienza delle istituzioni!"

    Morire per i propri diritti. Finisce nel peggiore dei modi la singolare protesta, durata tre giorni, che un’infermiera dell’ospedale San Paolo, Mariarca Terracciano, 45 anni, ha inscenato per manifestare contro lo stipendio negato dall’Asl Na1. Si faceva prelevare 150 millilitri di sangue al giorno oltre un debilitante sciopero della fame finquando, il 3 maggio, non è avvenuto lo sblocco dei fondi per gli stipendi. Lunedì scorso però la donna è stata colpita da un improvviso malore e dopo tre giorni di agonia si è spenta lasciando due figli di 4 e 10 anni. I suoi organi verranno donati.

    Sulla tragica vicenda il direttore sanitario del nosocomio partenopeo, Maurizio Di Mauro,  ha chiesto l’autopsia per verificare le cause della morte dell’infermiera  e se effettivamente esistano collegamenti con la protesta di qualche giorno fa. A detta di medici ed esperti è da escludere il legame con la manifestazione della donna in quanto i due fatti sono avvenuti a distanza di una settimana nel corso della quale la signora non ha dato alcun cenno di indebolimento fisico. Per ora resta ancora tutto da verificare e da dimostrare.

    “Pagare con la vita i frutti della cattiva gestione delle istituzioni, morire per venire ascoltati. Non è possibile! Fino a che punto verranno spinti i lavoratori? Questi sono gli effetti perversi e tragici che rispecchiano la drammatica realtà napoletana fatta di disoccupazione e menefreghismo dei diritti di lavoratori e cittadini – afferma l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori.it -. A volte per affermare i propri interessi non basta la solita manifestazione di piazza ma qualcosa di più forte ed eclatante che possa attirare l’attenzione. Arrivare a questi gesti estremi è sintomo di preoccupazione, disagio e disperazione da parte dei cittadini. Una morte che deve avere giustizia, deve scuotere la coscienza di chi è dall’altra parte e non ha fatto nulla finora per risolvere le numerose sorti dei lavoratori campani, in particolar modo nel settore sanitario - continua Pisani -. La Magistratura deve avviare delle indagini per fare chiarezza sulla morte dell’infermiera che è stata sottoposta ad un graduale indebolimento fisico. Chiediamo chiarezza sulla vicenda, vogliamo che le istituzioni e la Regione prendano atto della disperazione e dei diritti al lavoro negati a troppi cittadini ed agiscano immediatamente. Ma non solo nel settore sanitario, dove per adesso i fondi sono stati sbloccati, ma in tutti gli ambiti lavorativi che provocano ogni giorno proteste violente e caos cittadino. Non si può continuare a chiudere gli occhi davanti a queste tragedie che devastano famiglie intere!”

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