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Aids,7 infettati: Italia condannata
Sentenza della Corte di Strasburgo
Sette cittadini italiani in seguito a una trasfusione di sangue sono stati infettati, così come i loro familiari, dal virus dell'Hiv o dell'epatite C. La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha così condannato l'Italia a pagare 156mila euro per danni morali. La Corte ha stabilito che le autorità italiane hanno violato il diritto alla vita dei pazienti, ora malati di Aids, e il diritto a non essere discriminati.
I sette ricorrenti (di cui si conoscono solo le iniziali di nome e cognome: G.N., G.S., D.C., G.D.M., S.C., E.S. e D.C., e le rispettive date di nascita: 1950, 1957, 1937, 1938, 1965, 1920 e 1973) si sono rivolti alla Corte di Strasburgo perché in seguito a una trasfusione di sangue eseguita in una struttura pubblica sono stati infettati con l'Hiv o l'epatite C.
La trasfusione si era resa necessaria perché i pazienti - o i familiari per cui è stato presentato ricorso - soffrono di talassemia. I sette cittadini sostengono che le autorità italiane hanno violato il loro diritto alla vita, lamentando in particolare che le autorità sanitarie non hanno eseguito i controlli dovuti.
Rispetto poi alle sofferenze subite, anche di tipo psicologico, in seguito alle infezioni contratte, i ricorrenti asseriscono che è stato violato il loro diritto al rispetto della vita privata e familiare e di essere stati sottoposti a trattamento inumano e degradante. Nel loro ricorso, denunciano anche la durata del processo e di essere stati discriminati rispetto a altri gruppi di persone infettate.
La Corte di Strasburgo ha riconosciuto le loro ragioni imponendo allo stato italiano un risarcimento di 156mila euro.
Fonte: tgcom
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