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Cassazione: risarcimento a madre con nascituro malformato. I medici hanno il dovere di informare la madre sui rischi delle terapie che ella assume
I medici hanno l'obbligo di informare la madre dei rischi di una terapia pericolosa per il nascituro dal momento che il concepito ha diritto "a nascere sano". In caso contrario, devono risarcire la donna. Lo stabilisce la Cassazione, che ha respinto i ricorsi dei medici. Al centro della vicenda, la nascita di un bambino, con gravissime malformazioni, causate da un farmaco, i cui effetti sul feto non erano stati spiegati alla madre.
La Suprema Corte ha confermato la sentenza con cui la Corte d'appello di Napoli aveva stabilito un risarcimento danni da parte di due medici in favore di una famiglia che li aveva citati in giudizio.
"Deve affermarsi, stante la soggettività giuridica" della persona nata con malformazioni "sul piano personale, quale concepito, il suo diritto a nascere sano ed il corrispondente obbligo dei sanitari di risarcirlo per mancata osservanza sia del dovere di una corretta informazione, ai fini del consenso informato, in ordine alla terapia prescritta alla madre, e ciò in quanto il rapporto instaurato dalla madre con i sanitari produce effetti protettivi nei confronti del nascituro, sia del dovere di somministrare farmaci non dannosi per il nascituro stesso".
Quest'ultimo, invece, aggiungono gli 'ermellini', "non avrebbe avuto diritto al risarcimento qualora il consenso informato necessitasse ai fini dell'interruzione di gravidanza, e non della mera prescrizione di farmaci, stante la non configurabilità del diritto a non nascere se non sano".
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